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Pecore con gli scarponi, #24

Sera di pioggia

Dopo quella mattina le soste di Laura al distributore ripresero regolarmente e ogni volta lei e Umberto facevano due chiacchiere. Iniziarono da argomenti abbastanza neutri come lavoro, traffico, tempo, per poi arrischiarsi su terreni meno impersonali come gusti e interessi e, infine, passarono dal lei al tu.

Laura scoprì che lui preferiva il mare alla montagna, nuotava bene e aveva fatto il sub, anni prima; che guardava sempre le corse di auto e moto in TV piuttosto che le partite di calcio, detestava il ciclismo e aveva smesso di giocare a tennis senza un motivo. Lei era più parca di confidenze, come suo solito, ma di quando in quando gli raccontava qualcosa di sé, ad esempio il suo amore per i libri e la predilezione per le piante grasse con le spine.

Una sera di pioggia, Laura si fermò per il rifornimento dopo essere uscita dalla biblioteca, arrivando precisa prima che Umberto chiudesse. Mentre pagava vide il motorino di lui parcheggiato sotto la tettoia.

Non hai la macchina oggi?”

No, quando sono venuto il cielo non era nemmeno coperto.”

Ti bagnerai.”

Abito vicino.”

Vuoi un passaggio? Anch’io sto da queste parti.”

Lui guardò in alto, l’acqua scendeva fitta e probabilmente per un bel po’ non avrebbe smesso.

Non ti disturba?”

No, altrimenti non te l’avrei chiesto.”

Allora grazie. Mi basta un minuto per sistemare.”

Quando salì sull’utilitaria non indossava più la tuta da benzinaio, ma un paio di jeans con sopra un giubbotto blu.

Sto in via Foscolo, sai dov’è?”

Sì. Abito in questa zona da quando ero bambina.”

Io invece vivo qui solo da alcuni mesi e ancora non conosco tutte le strade, i sensi unici, i divieti eccetera.”

Lei pensò che Umberto forse si aspettava una domanda del tipo dove abitavi prima, ma non la formulò, temeva sempre di apparire ficcanaso. Se lui avesse voluto parlargliene lo avrebbe fatto, una volta o l’altra.

Prima che arrivassero in via Foscolo Umberto si batté la mano sulla fronte.

Accidenti. Dovevo passare al supermercato, ho il frigorifero quasi vuoto, c’è rimasta dentro solo roba inutile, quando vado a fare la spesa compro di tutto all’infuori delle cose giuste.”

Vuoi che ci fermiamo? È sulla strada per casa tua.”

Non posso chiederti tanto.”

Prima che lei potesse rispondere si corresse, esclamando:

Anzi, ti chiedo di più: perché non andiamo a mangiare qualcosa insieme? C’è una pizzeria piuttosto buona in piazza Dante, l’ho scoperta il secondo giorno dopo che mi ero trasferito qui.”

Poi aggiunse in fretta, con tono quasi dimesso:

Scusa, sono stato indiscreto. Hai di certo i tuoi impegni, sei stata già fin troppo gentile. Meglio che mi porti a casa, non voglio rubarti più tempo.”

Laura si sentì dire:

L’idea della pizza mi sembra buona. Non ci crederai, ma non sono mai stata a quella pizzeria.”


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