(titolo originale The Good Shepherd, 1955; ripubblicato nel 2019; trad. Nello Giugliano (2020), Newton Compton editori s.r.l)
Un romanzo di guerra e di mare. E di un solo uomo, sostanzialmente: il comandante George Krause della marina militare statunitense, che ha ai suoi ordini quattro navi da guerra alleate incaricate di proteggere un convoglio di trentasette navi mercantili dirette in Inghilterra per portare rifornimenti. Il convoglio deve passare dall’Atlantico del nord, pattugliato dai sottomarini tedeschi, gli U-Boot, pertanto la missione di Krause è difficile e quasi impossibile.
La vicenda narrata è riferita a due sole giornate, in cui il comandante rimane sempre sveglio a dirigere le operazioni della sua nave e delle altre.
Il libro è diviso in tre capitoli, ma in realtà il primo e il terzo sono più una specie di prologo ed epilogo, tutta la storia è narrata nel secondo, suddiviso – se così si può dire – in parti di quattro ore ciascuna, da Mercoledì. Turno del mattino: 08:00-12:00 a Venerdì. Turno del mattino: 08:00-12:00.
Krause è un uomo religioso, severo ed esigente con se stesso, poco empatico e poco cordiale. Ciò nonostante prende ogni sua decisione riflettendo anche su come questa potrà influire sui suoi sottoposti e sugli equipaggi per limitare al minimo le sensazioni negative che questi potrebbero provare. Questo non significa che non operi le scelte che ritiene più adeguate, solo che cerca di immaginare ogni possibile conseguenza prima di procedere. La sua esperienza lo aiuta nel valutare in pochissimi secondi le situazioni e nel dare i comandi necessari senza indugiare in lunghe riflessioni.
Il suo senso del dovere lo tiene nella plancia di comando per oltre quarantotto ore, praticamente ininterrotte – salvo qualche veloce rientro in cabina per necessità indifferibili – (è in plancia che mangia qualcosa due o tre volte in due giorni e due notti).
Questo l’incipit del secondo capitolo:
Mercoledì. Turno del mattino: 08:00-12:00
C’erano quasi duemila uomini in quella flotta; ce n’erano più di ottocento a bordo delle quattro navi da guerra che la scortavano. Volendo attribuire valori numerici a concetti in realtà non ben misurabili, tremila vite umane, nonché merci e beni per cinquanta milioni di dollari, dipendevano dall’operato del comandante George Krause della marina militare statunitense, quarantadue anni di età, un metro e ottanta di altezza, settanta chili di peso, carnagione né troppo chiara né troppo scura, occhi grigi; e non aveva solo l’incarico di proteggere il convoglio, era anche l’ufficiale in comando della Keeling, il cacciatorpediniere classe Mahan, millecinquecento tonnellate di dislocamento, entrata in servizio nel 1938.
Krause parla con i comandanti delle altre tre nevi da guerra tramite il TBS:
Krause balzò al radiotelefono, conosciuto anche con l’acronimo TBS, Talk Between Ships, perché serviva appunto a mettere in comunicazione tra loro le varie navi della flotta.
Le quattro navi di scorta e i rispettivi nomi in codice per il TBS sono:
il cacciatorpediniere Americano Keeling → George
il cacciatorpediniere polacco Viktor → Eagle
la corvetta inglese James → Harry
la corvetta canadese Dodge → Dicky.
Durante il viaggio vengono ingaggiate varie battaglie fra le navi di scorta e gli U-Boot, il romanzo praticamente descrive minuto per minuto i momenti salienti degli scontri e degli inseguimenti. La narrazione è un susseguirsi di rilevazioni tramite radar e sonar, di indicazioni della rotta da seguire, di concertazioni tramite TBS fra due o più navi… leggendo sembra un po’ di essere in plancia accanto a Krause. Questo risulta un po’ monotono, per quanto si tratti di un racconto realistico. L’aspetto a mio parere più interessante, a meno che uno non sia un patito di battaglie descritte con molti particolari, è la figura del protagonista. Un uomo solo al comando, davvero, perché questo è Krause, che dà ordini e opera scelte senza esitazioni perché questa è la sua responsabilità.
Adesso era necessario schierare nel migliore dei modi le restanti due navi da guerra, la Keeling e la canadese Dodge, a tribordo dell’anca; doveva provare, con due imbarcazioni, a schermarne trentasette. Il convoglio copriva più di quattro miglia quadrate di superficie marittima, un bersaglio immenso anche per un siluro sparato “alla cieca”, siluro che poteva partire comodamente da qualsiasi punto in un semicerchio di circa quarantacinque miglia. Il miglior modo per tenere sotto controllo un’area tanto vasta con due navi non poteva che essere un mero compromesso, ma bisognava ancora metterlo in atto. Krause tornò a parlare nel telefono.
Sinossi
Un grande romanzo storico
1942. Gli Stati Uniti sono appena entrati in guerra. Il Comandante Ernest Krause ha ricevuto l’incarico di portare a termine una missione ad altissimo rischio: guidare il convoglio Greyhound, formato da trentasette navi mercantili, lungo la rotta che passa tra i mari ghiacciati del Nord Atlantico, infestato dai micidiali U-boot, i sottomarini della flotta nazista. L’obiettivo è quello di portare agli alleati inglesi preziosi rifornimenti, indispensabili per resistere agli attacchi tedeschi. Ma il Comandante sa che raggiungere l’obiettivo è quasi impossibile: i sommergibili tedeschi sono superiori in potenza e in numero: Krause ha solo 48 ore di tempo per completare quella che sembra una missione destinata a fallire. A meno che…
Da questo romanzo il film Greyhound, diretto da Aaron Schneider con Tom Hanks
l’autore
Cecil Scott Forester, pseudonimo di Cecil Louis Troughton Smith (Il Cairo, 27 agosto 1899 – Fullerton, 2 aprile 1966), è stato uno scrittore inglese.
I suoi lavori più noti sono gli undici libri della serie dedicata a Horatio Hornblower, riguardanti le azioni belliche navali durante l’epoca napoleonica, e “La Regina d’Africa” (1935), da cui fu tratto un film, realizzato nel 1951 da John Huston, e che ebbe come protagonisti Humphrey Bogart e Katharine Hepburn. (da Wikipedia)
Anni fa ho letto “La Regina d’Africa” e ho visto più volte l’omonimo film in tivù.