Il romanzo di Antonia Romagnoli, “Sognando Mr. Darcy“, che ha come ingredienti principali ironia, buoni sentimenti e sentimenti meno buoni, amori passati e futuri, ha fra i personaggi le eroine delle storie della Austen che consolano, consigliano, rimproverano Katrine, la protagonista. Ed è infatti una storia molto austeniana quella che ci offre l’autrice, una storia ambientata a Bathford, villaggio nelle vicinanze di Bath, città cara alla mitica Jane.
Così, in occasione di questo Blog Tour, vi propongo un articolo proprio su Bath, scritto da Antonia Romagnoli, che ha visitato questo luogo anche di persona e condivide con noi le impressioni che ha riportato.
Bath
Bath è una cittadina nel Somerset, adagiata in una campagna verdeggiante e smeraldina. Bath, però, è rosa.
È rosa come la pietra calcarea oolitica con cui sono costruite le case, a partire dal periodo aureo del luogo, quello che conosciamo come età georgiana, in particolare Regency.
Questa pietra particolare ha una sfumatura rosata, che avvolge di una tonalità appena più calda anche i giorni piovosi e ti fa sentire abbracciato e accolto.
Forse questa è stata la sensazione mia, che fra le strade e le case di Bath sognavo di camminare da tanti anni e ho realizzato questo sogno l’anno scorso. Forse ero io così raggiante da dare quella luce rosata?
Non lo so, però posso assicurarvi: Bath è il cuore Regency d’Inghilterra e non solo perché per i turisti c’è tanto da vedere, scoprire, assaporare, ma perché chi ci abita e ci lavora ha fatto di tutto perché quel cuore continuasse a battere.
Bath si è sviluppata come città romana: i romani, si sa, andavano matti per le acque termali e in Inghilterra erano scarse le località che offrivano questo lusso: Bath, appunto prende il nome dalle terme sulfuree che ieri e oggi occupano la parte più centrale della cittadina. Le terme romane sono ancora lì, con la loro grande vasca a cielo aperto, in cui oggi non si entra più, ma che un tempo era molto ambita per la balneazione.
Lì si entra solo per vedere: le cure termali si fanno altrove, nel centro moderno e nelle spa. Quell’acqua verdognola dall’età romana in poi non ha smesso di attirare visitatori, anche se nel medioevo la gente aveva altro da fare che tuffarsi in acqua verde fluo.
Ma nel 1700… be’, il mondo cambia.
Cambia la medicina, per esempio: il valore salutare delle acque termali torna in auge e i bagni, ma soprattutto il consumo, di acqua sulfurea viene consigliato per una grande varietà di mali.
In un’epoca in cui si crede che ogni malanno passi attraverso i miasmi, la zona di Bath viene considerata salubre: ha un’aria buona, ha le acque che fanno bene, è un luogo dove recarsi per stare meglio.
Nel 1700 comincia il periodo dei viaggi. I giovani si avventurano nel gran tour, se ne hanno i mezzi. Entra in gioco un concetto tutto nuovo: la vacanza. Non a caso “turismo” deriva da gran tour, ma andando nel piccolo e nell’accessibile, la gente che può spendere e può lasciare le sue attività per un po’, viaggia. E Bath è perfetta, per diventare una località turistica.
Ancora non si va al mare, i bagni sono guardati con un po’ di sospetto (arriviamo alla fine del 1700 per vedere le prime località balneari in Inghilterra), la montagna è solo un luogo freddo e impervio. Ma le terme… come dire di no?
Bath si ritrova a dover far fronte a una novità assoluta: gente che cerca casa, che la cerca bella (dicevamo: la vacanza è solo per chi può spendere) e che vuole essere alla moda.
A Bath non sei turista, sei regency anche tu.
In questi anni, anche Londra sta crescendo, con la nascita di nuovi quartieri in uno stile innovativo: il neoclassico.
Siamo alla fine del secolo dei lumi. Siamo in pieno fermento in tutte le arti e i mestieri.
Bath diventa la regina del nuovo stile, con la creazione di quartieri che dovevano apparire, all’epoca, stupefacenti.
A Londra, John Nash, architetto del neoclassico e del pittoresco, sta costruendo quartieri regali. A Bath sono i Wood, padre e figlio, entrambi John, a fare la magia, unendo linee curve e svettanti nelle loro creazioni.
Bath è ancora oggi così. Arrivi al Crescent e senti l’energia inesauribile di questi luoghi, non come se il tempo si fosse fermato, ma come se qui scorresse in modo diverso e tu diventassi parte di questo scorrere.
Poi, che per i turisti abbiano pronti costumi storici e cappellini per fare foto di rito, che si possa prendere a braccetto una statua triste di Mr. Darcy fa parte del gioco.
(di Antonia Romagnoli)