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Il Club dei delitti del giovedì – Richard Osman * Impressioni di lettura

(Titolo originale “The Thursday Murder Club”, Traduzione di Roberta Corradin; originale pubblicato nel 2020, edizione italiana da me letta del 2020, SEM Libri)

Inizio con il dire che questo romanzo mi è piaciuto molto.

È il primo libro di una serie di tre (almeno per ora sono tre) romanzi che hanno come protagonisti quattro anziani che abitano a Coopers Chase, un centro residenziale per pensionati (benestanti) di proprietà del costruttore Ian Ventham. Il gruppo, autodefinitosi il “club dei delitti del giovedì”, è composto da due uomini e due donne, una delle quali, Elizabeth è sostanzialmente la leader. È un personaggio complesso, un poco manipolatrice ma anche comprensiva e fedele. Non svela mai quale sia stato il suo lavoro ma dal poco che dice si intuisce che debba avere avuto a che fare con lo spionaggio.

Elizabeth vive con il marito, Stephen, la cui mente sta lentamente perdendo in lucidità e capacità di concentrazione, anche se ancora riesce a giocare ancora bene a scacchi. Per verificare le proprie capacità mentali tiene un diario in cui ogni giorno scrive una domanda con la relativa risposta in fondo alla pagina relativa a due settimane dopo: quando sarà quel giorno vedrà se riuscirà a rispondere correttamente, la risposta giusta è annotata in fondo alla pagina.

Il Club dei delitti del giovedì è nato per l’interesse che Elizabeth e la sua amica Penny (ex ispettore di polizia) avevano per vecchi casi irrisolti a cui cercavano di trovare il colpevole. Alle due donne si sono poi uniti Ibrahim Arif (ex psigalogo) e Ron Ritchie (contestatore del sistema e padre di Jason, ex pugile piuttosto famoso). Dopo che la malattia di Penny l’ha costretta a vivere in clinica, in una sorta di coma, Elizabeth ha accolto nel club Joyce. Lo studio dei vecchi delitti costituisce un divertimento e una sfida ma ha anche lo scopo di evitare, se possibile, che dei colpevoli possano continuare ad essere liberi.

Proprio mentre il Club sta per iniziare a indagare sul vecchio omicidio di una ragazza pugnalata e morta dissanguata, un tipo non molto raccomandabile, Tony Curran, socio di minoranza di Ian Ventham, viene trovato morto. I quattro del Club decidono di aiutare la polizia indagando anche loro, con i loro metodi, decisamente originali ma produttivi. E, fra un segreto e l’altro, scoprono che gli omicidi hanno le radici nel passato…

Interrompo qui questo cenno sulla trama per non togliere la sorpresa a chi intende leggere questo libro, che consiglio.

La trama gialla è intrigante e complessa; i protagonisti collaborano (in modo “creativo”) con i due poliziotti che hanno la responsabilità dell’indagine (l’agente Donna De Freitas e il suo capo Chris Hudson) e tutti loro formulano di volta in volta diverse ipotesi e scoprono alcuni segreti prima di comprendere la verità. Il romanzo, comunque, non è, a mio parere, solo un giallo: gli aspetti psicologici e i rapporti e i dialoghi fra i vari personaggi sono importanti e altrettanto interessanti degli aspetti investigativi. Definire i membri del club come “arzilli vecchietti” (vedi sinossi del terzo romanzo) mi pare riduttivo e poco appropriato. I quattro sono attivi e hanno la mente pronta, non sono semplicemente “arzilli”.

La narrazione procede alternando due diversi punti di vista, uno in prima persona (il diario di Joyce, l’altro membro donna del club) e uno in terza onnisciente; entrambi sono al presente.

Nel romanzo vi sono varie riflessioni sulla fine della vita, sull’importanza di poter assaporare ogni giorno perché non si sa quanti ne restano, sull’impotenza nei confronti delle malattie degenerative che rendono le persone care non più in grado di comprendere e comunicare e sul dolore che ne consegue. Questa nota di tristezza e malinconia che serpeggia per tutto il libro è mitigata dall’ironia che pervade buona parte delle scene.

Personaggi

Donna De Freitas, agente di polizia

Chris Hudson, ispettore capo di polizia e capo di Donna

Ian Ventham, il proprietario del complesso residenziale

Tony Curran, socio di Ian e prima vittima

Bogdan, polacco, lavora per Ian

Padre Matthew Mackie, prete con dei segreti

Elizabeth

Stephen, marito di Elizabeth

Penny Gray, ex ispettore di polizia

John, marito di Penny

Joyce, ex infermiera, vedova

Ibrahim Arif, ex psicologo)

Ron Ritchie, contestatore del sistema

Jason Ricthie, ex pugile, figlio di Ron

Bernard Cottle, un altro dei residenti a Coopers Chase

Sinossi

Kent, Gran Bretagna. In una tranquilla e lussuosa casa di riposo quattro improbabili amici si incontrano una volta alla settimana per indagare sui casi di omicidi irrisolti. Elizabeth, Joyce, Ibrahim e Ron, tra calici di vino e torte alla vodka, studiano i fascicoli della polizia segretamente acquisiti dalla leader indiscussa del gruppo, Elizabeth.

Ma quando un brutale omicidio ha luogo proprio sulla loro soglia di casa, “Il club dei delitti del giovedì” si ritrova nel bel mezzo del primo caso in diretta. I quattro protagonisti saranno pure degli ottantenni, tuttavia hanno ancora qualche asso nella manica. Sono persone vivaci, straordinariamente agili ed energiche, decise a esercitare la loro notevole elasticità mentale nella ricerca di un assassino a piede libero. Per trovarlo si immedesimeranno nel personaggio dell’anziano curioso e vagamente ingenuo, così da raccogliere informazioni e inserirsi nelle indagini ufficiali con stratagemmi sorprendenti, che superano spesso il confine della legalità.

Richard Osman rompe gli schemi della narrativa poliziesca, dipanando un racconto pieno di suspence ma incredibilmente divertente, e il collegamento tra gli intrepidi investigatori e la polizia, che potrebbe sembrare ardito, funziona magnificamente.

L’arguzia secca e l’umorismo britannico danno a questo romanzo un sapore particolare e i suoi personaggi simpatici e accattivanti ci catturano sin dall’inizio. Un esordio insolito e coinvolgente.

L’autore

(dall’ebook) Richard Osman (1970) è un presentatore televisivo, produttore, regista e scrittore inglese. Questo è il suo esordio.

gli altri 2 romanzi

L’uomo che morì due volte (Il Club dei delitti del giovedì Vol. 2)

Elizabeth, Joyce, Ron e Ibrahim – Il Club dei delitti del giovedì – sono ancora scossi dal loro primo caso risolto e non vedono l’ora di godersi un po’ di pace e tranquillità nell’elegante residence per pensionati dove vivono. Ma l’imprevisto incombe…

Elizabeth riceve la lettera di un ex collega dei Servizi Segreti che ha commesso un grosso errore e ha bisogno del suo aiuto. È stato accusato di aver rubato diamanti per milioni di sterline agli uomini sbagliati e per questo motivo è in fuga da un mafioso violento e vendicativo. Mentre i cadaveri iniziano ad accumularsi, Elizabeth arruola gli amici di sempre del Club per dare caccia a uno spietato assassino. Questa volta si scontrano con un nemico che non farebbe una piega nel mettere fuori combattimento quattro anziani…

Riusciranno i vecchi amici a risolvere l’enigma prima di diventare a loro volta vittime? E se trovassero anche i diamanti? Be’, non sarebbero un bonus gradito?

Con la seconda indagine del Club dei delitti del giovedì, Osman si conferma un autore ricco di inventiva e dalla penna godibile e divertente, con uno stile irriverente e politicamente scorretto.

Il colpo che mancò il bersaglio (Il Club dei delitti del giovedì Vol. 3)

È un giovedì come tanti, uno di quelli in cui tutto sembra svolgersi all’insegna della normalità. Tranne che, per il Club dei delitti del giovedì, i guai sono sempre in agguato.

Un personaggio della televisione locale, a caccia di un titolo forte per l’apertura del telegiornale, si mette in contatto con i nostri quattro protagonisti, che stanno indagando sul presunto suicidio di Bethany Wate, precipitata mentre era a bordo della sua auto da una strada di montagna, il cui corpo non è mai stato trovato.

Nel frattempo Elizabeth, uno dei quattro membri del Club, viene avvicinata da un uomo che ha una proposta per lei: o accetta di uccidere una certa persona o sarà lei a morire…

Mentre Elizabeth è alle prese con la sua coscienza (e una pistola), la banda e i suoi improbabili nuovi amici, tra cui star della tv, riciclatori di denaro ed ex colonnelli del KGB, cercano di risolvere il mistero. Riusciranno a catturare il colpevole e a salvare Elizabeth prima che l’assassino colpisca di nuovo?

L’ultima indagine di una banda di vecchietti arzilli, investigatori speciali, in un romanzo appassionante e divertente.

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Oscura e celeste – Marco Malvaldi * Impressioni di lettura

Una finestra sul passato, uno sguardo ironico ma molto attento e un racconto in cui si mescolano fantasia e storia, direi molta storia, ma narrata come fosse un romanzo.

A Firenze c’è la peste e Galileo Galilei si trova coinvolto nelle indagini su un delitto; un delitto scomodo, perché investigare in un convento di clausura non è agevole nemmeno per l’uomo di chiesa che se ne fa carico; Galileo, con l’aiuto delle sue figlie, suore proprio in quel convento, riesce a scoprire la verità.

La trama gialla è ben costruita, ma ho apprezzato il romanzo, come altri di Malvaldi, anche e soprattutto per l’ironia (sono monotona, vero?) con cui descrive personaggi e situazioni nonché per gli aspetti storici, come l’atteggiamento della Chiesa (e delle varie parti della Chiesa) nei confronti di tutte le scoperte scientifiche che parevano minare le affermazioni della bibbia, in particolare quelle astronomiche. L’autore descrive con precisione anche le condizioni di vita in un convento di suore, sottolineando anche quali fossero le motivazioni – per meglio dire costrizioni, perché spesso di questo si trattava – che inducevano le giovani donne a prendere il velo.

Infine, come ci informa in una sorta di postfazione proprio l’autore, Malvaldi ha voluto rendere anche onore alle donne che hanno dato notevoli contributi alla scienza e che sono pressoché sconosciute: una delle suore, un personaggio inventato, si ispira ad Agnes Pockels, pioniera della fisica a cavallo tra il XIX e il XX secolo (citazione pag. 246 dell’ebook).

Sinossi

L’Europa è in guerra, le risorse scarseggiano ed è in corso una pandemia: no, non stiamo parlando di attualità ma dell’anno 1631. A Firenze la peste infuria, il Granduca dà disposizioni per limitare i contagi ma c’è chi sa trarre beneficio dalle situazioni di emergenza: tra gli altri, un “filosofo naturale” che con la scusa del morbo ha ottenuto di stampare il suo ultimo libro in città anziché a Roma, eludendo gli accaniti controlli dell’Inquisizione. È Galileo Galilei, l’uomo che con il suo “cannone occhiale” ha scoperto le fasi di Venere e i satelliti di Giove, che fa esperimenti sul pendolo e sulla caduta dei gravi e adesso sta per pubblicare il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: un’opera scritta in volgare affinché tutti possano capire che non l’uomo con i suoi dogmi bensì il Sole sta al centro dell’universo.

La vista di Galileo, però, è sempre più appannata, e le sue minute devono essere trascritte per il tipografo dalla figlia Virginia, che ha preso il velo nel convento di San Matteo in Arcetri. E come osservando attentamente la Luna si scopre che è coperta di macchie, così anche un luogo di preghiera, a frequentarlo assiduamente, rivela aspetti inattesi: c’è chi dice, per esempio, che alcune sorelle “ricevano”; che in una cella il lume rimanga acceso troppo a lungo; che una notte si sia udito il suono di un corpo che cade…

Galileo dovrà portare luce in un mistero più buio di una notte senza stelle, ma nulla può fermarlo perché lui sa che ogni cosa illuminata ha una parte oscura: sta a noi capire da che lato osservarla. E quando arriviamo a vederla nella sua interezza, ci avviciniamo alla nostra natura celeste.

Marco Malvaldi torna al giallo storico riportando in vita il padre della scienza moderna: un toscano verace, amante del vino e della tavola, incline alle facezie ma capace di volgere il proprio straordinario ingegno alla conoscenza, consegnandoci gli strumenti attraverso cui pensare il futuro.

Il romanzo è stato pubblicato da Giunti Editore nell’aprile 2023 in formato cartaceo e digitale.

Altri libri di Marco Malvaldi a cui ho dedicato un articolo

Il borghese pellegrino

Vento in scatola

Negli occhi di chi guarda (citazione)

Odore di chiuso