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Una parola simpatica: arzigogolare

Arzigogolare (e il suo participio passato arzigogolato) è un vocabolo abbastanza consueto, almeno nel parlare toscano. Gli dedico un breve post perché stamani mi è venuto in mente a proposito della trama di un romanzo che stavo leggendo.
Il termine arzigogolare richiama, con quel doppio go un avvolgersi su se stessi, un contorcersi e, naturalmente, non ha niente a che vedere con googolare, neologismo bruttino, a mio parere.

I vari dizionari riportano per questo verbo le seguenti definizioni:

Ingegnarsi, sforzarsi con la mente per trovare un espediente; sottilizzare e almanaccare (Zingarelli)
Fantasticare, perdersi in elucubrazioni inutili; congetturare in modo contorto, senza fondamento (Treccani)
Fantasticare, almanaccare; cavillare (Olivetti).

Per quanto mi riguarda l’ho sempre usato più che altro con il significato di “ricamare su” (in senso figurato, ovviamente), quindi almanaccare.

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Una parola difficile: enantiodromia

Incuriosita da alcuni post e commenti letti su Facebook (in un gruppo in cui si parla di libri) ho preso due saggi in biblioteca e ho iniziato a leggerne uno: Change – Sulla formazione e la soluzione dei problemi. Nel secondo capitolo, in cui continua a parlare di cambiamenti, introduce il concetto di enantiodromia. Riporto il brano in cui viene spiegato il significato di questo termine.

Questa strana interdipendenza degli opposti era già nota a Eraclito, il grande filosofo del cambiamento, che la definì enantiodromia. Il concetto fu ripreso da C. G. Jung che vide in esso un meccanismo psichico di fondamentale importanza: “Ogni estremo psicologico contiene celato in sé il suo opposto o sta in qualche modo in rapporto intimo ed essenziale con questo. (…) Non esiste usanza venerabile che, dandosi il caso, non si converta nel suo contrario, e quanto più estrema è una posizione, tanto più facilmente vi è da attendersi un’enantiodromia, la sua conversione nell’opposto”. (C. G. Jung, La libido. Simboli e trasformazioni)

Questo concetto si ritrova in quello che le filosofie orientali chiamano Yin e Yang.

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(immagine tratta da Pixabay.com)