Ancora una parte di questa lunga poesia di Pessoa/de Campos, una parte che, come le altre che ho già riportato nel blog, mi piace particolarmente. Parla dei sogni…
Il mondo è di chi nasce per conquistarlo
e non di chi sogna di conquistarlo, anche se ha ragione.
Ho sognato di più di quanto Napoleone non abbia realizzato.
Ho stretto al petto ipotetico più umanità di Cristo.
in segreto ho fatto filosofie che nessun Kant ha mai fatto.
Ma sono, e forse resterò sempre, quello della mansarda,
anche se non ci abito;
sarò sempre quello che non era fatto per questo;
sarò sempre soltanto quello che aveva qualità;
sarò sempre quello che si aspettò che gli aprissero la porta in una parete senza porta
e cantò la canzone dell’Infinito in un pollaio,
e sentì la voce di Dio in un pozzo tappato.
Credere in me? No, né in niente.