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Il mestiere di vivere – Cesare Pavese * citazione #9

Alcune frasi da “Il mestiere di vivere”, il diario di Cesare Pavese, su persona, persone e raccontare.

1940

24 giugno

Melodramma” è quando i personaggi parlano per il pathos esterno delle scena, non esistendo come persone ma provvisori e posticci allo scopo di prestare pretesto di commozione.

Le “persone” vanno rispettate anche nel raccontare altrimenti si dà nel melodramma che è in arte quello che l’ambizione o edonismo nella vita.

C’è sì il diritto di “adoperare” i personaggi, ma non a un effetto bensì a una costruzione – come nella vita, non a scopo di sentire, di sperimentare, ma di realizzare un significato.

Ecco, realizzare un significato, questo mi sembra il punto centrale, nella scrittura come nella vita.

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2019 in libri: i miei personaggi preferiti

Nei libri che ho letto quest’anno ho incontrato, ovviamente, molti personaggi e alcuni mi hanno colpita e mi sono piaciuti più di altri. Nelle immagini alcune copertine dei libri che ho letto.libri letti 2019 ANT GR 13

Li elenco, in ordine casuale, senza riportare il romanzo da cui sono tratti. Come si può notare sono quasi tutte coppie.

Judith Taverner e Julian St John Audley conte di Worth.

Deborah Grantham e Max Ravenscar

Sophy Stanton-Lacy e Charles Rivenhall

Teresa Maritano e Marco Ardini

Giuseppe Mazzini

Dido Monica Monkford e Henry Havisham

Sylvia Dunmore e Nicholas Harper duca di Brokenwood,

Margaret Hale e John Thornton

Aurora Talbot e Alisdair Fitzstuart

Gabriel Oak

E voi? Chi avete incontrato di speciale?

libri letti 2019 ANT GR 3

libri letti 2019 ANT GR 19

 

 

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2018 in libri: i miei personaggi preferiti

Altro piccolo bilancio libroso. Nei libri che ho letto quest’anno ho incontrato, ovviamente, molti personaggi e alcuni mi hanno colpita e mi sono piaciuti più di altri.

Li elenco, in ordine casuale, senza riportare il romanzo da cui sono tratti.

Jacopo Barbieri e Lorenza

Leanne e Caleb

Niccolò, Angelica e il Fante

Bruno Arcieri

Amabel e Giovanni

E voi? Chi avete incontrato di speciale?

questo sotto è il mio “anno in libri” da Goodreads

challenge 2018 - solo riepilogo

Pubblicato in: Riflessioni, Scrittura

Scrivere una storia: facile o difficile?

Idee per una storia? Oh, è facile averne.

Una scena, una parola, un personaggio, una cosa che sembra un’altra cosa… sono infiniti gli spunti che suggeriscono una possibile vicenda.

Fin qui, credetemi, è tutto semplice. La fantasia trasforma un granello di sabbia nell’incontro fra due persone, nella ricerca di un tesoro, nella prova di un omicidio. Geniale.

Subito dopo, però, arriva la parte difficile: l’idea deve essere sviluppata, la possibile vicenda popolata di personaggi reali (e non è un ossimoro: i personaggi, anche quelli fantastici, devono essere realistici ovvero reali nel contesto in cui agiscono, ovvero nella storia). E ognuno deve essere coerente con se stesso, e partecipare allo svolgimento della storia, com’era nell’idea di partenza (anche se, ovviamente, strada facendo quell’idea si può modificare – si spera in meglio).

Prendiamo ad esempio un plot classico dei rosa: un lui e una lei che si incontrano, subito si detestano ma in realtà si piacciono, ma lo scoprono o ammettono solo alla fine del romanzo. È facile scrivere una storia così? Non quanto – forse – sembra. Almeno se la si vuole rendere coerente. Ancora più complicato se la si vuole originale.
Limitiamoci per ora alla coerenza: perché lui e lei all’inizio si odiano? Ci vuole un motivo valido e plausibile, possibile nell’ambiente e nell’epoca in cui si svolge la vicenda. E perché l’odio si trasforma in amore? Oppure, perché alla fine i protagonisti decidono di ascoltare la voce dell’amore invece che quella dell’odio?
Il cambiamento per essere credibile deve essere graduale oppure conseguente a un avvenimento che può suscitarlo anche all’improvviso. In un susseguirsi di piccoli eventi i due si conoscono meglio, vengono svelati segreti e/o dettagli sulla loro vita e quindi imparano ad apprezzarsi e/o a giustificarsi a vicenda oppure lo svelarsi di un mistero capovolge le prospettive e fa sì che i due possano amarsi senza più problemi.
Il tutto deve essere coerente con i personaggi, su come sono descritti e mostrati dall’inizio; ciascuno dei personaggi deve affrontare gli eventi com’è logico che sia per una persona con il suo carattere, con le sue abitudini, cultura eccetera. Anche i personaggi ala fine saranno diversi da com’erano all’inizio, almeno in parte, certo, ma la loro evoluzione – o involuzione, in alcuni casi – dev’essere motivata.

In sintesi si potrebbe dire che è la storia non è altro che il percorso dall’incipit all’epilogo, in cui i protagonisti, dopo aver vissuto una serie di vicende, saranno cambiati. Perché così è anche nella vita, nel fiume non scorre mai la stessa acqua anche se sembra che sia così, Eraclito docet. Ma fra una goccia e l’altra non ci sono interruzioni, non ci sono salti, il flusso è continuo e così dev’essere anche in una buona trama.

Per questo, a mio parere, è facile avere idee accattivanti e interessanti, mentre non lo è affatto svilupparle fino a scrivere un’intera storia. Per farlo occorrono volontà, disciplina e impegno.

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2017 in libri: i miei personaggi preferiti

Nei libri che ho letto quest’anno ho incontrato, ovviamente, molti personaggi e alcuni mi hanno colpita e mi sono piaciuti più di altri.

Li elenco, in ordine casuale, senza riportare il romanzo da cui sono tratti.

Scarlett e Chris

Claire e Ashton

Lauren e Kit

Atticus e Scout

Arabelle e Bryan

Alma

Ottavia Lenate, Massimo Valerio Messalla e Antares

Wulfric Bedwyn duca di Bewcastle

E voi? Chi avete incontrato di speciale?

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Let it snow – appuntamento con l’amore – Ella S. Bennet * Segnalazione

Segnalo la pubblicazione di questo breve romanzo rosa in ebook, una sorta di fiaba moderna (uscito con il titolo “la promessa”, poi modificato in “appuntamento con l’amore”, più aderente alla storia).

Queste le parole dell’autrice:

Questo romanzo breve è la continuazione ideale di “Let it snow – Quando nevica tutto può succedere…”.

Appena pubblicato quel racconto, i suoi personaggi hanno insistito perché continuassi a narrare la loro storia e così è nato “Let it snow – appuntamento con l’amore” e devo dire che non mi è dispiaciuto farlo, perché mi ero affezionata a loro e sono stata volentieri ancora in loro compagnia. Spero che sia così anche per voi, lettrici e lettori.

Per seguire le loro nuove vicende non è comunque indispensabile aver letto “Let it snow – Quando nevica tutto può succedere…”.

cover Let it snow 2 - Appuntamento

Sinossi

Incontratisi per uno strano caso Clara e Luca hanno trascorso insieme alcuni giorni in montagna, durante i quali si è instaurata fra loro un’intesa speciale. Il loro rapporto è stato solo platonico e, forse, questo non è bastato a nessuno dei due, anche se non se lo sono confessato.
Così, al momento di separarsi per tornare ciascuno nella propria città e alla vita di sempre, Luca chiede a Clara di rivedersi: più che un appuntamento è una promessa.
La breve vacanza è stata solo una parentesi, oppure il preludio di un rapporto? È bastata loro per innamorarsi o, presto, si dimenticheranno l’uno dell’altra?
Potranno scoprirlo solo ritrovandosi.
Ma sembra che il destino, dopo aver fatto incrociare le loro strade, abbia deciso di mantenerle lontane…

L’autrice
Ella S Bennet ama follemente i libri e le belle storie. Legge e scrive in ogni minuto del suo tempo libero.

Altri articoli sui romanzi di Ella S. Bennet

Segnalazioni

Let it snow – Quando nevica tutto può succedere…

Let it snow – Amore sotto la neve

Un libertino per marito

Il patto di Alicya

Un marito per Martha

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L’effetto Susan – Peter Høeg * impressioni di lettura

(titolo originale Effekten af Susan– trad. Bruno Berni – pubblicato nel 2016)

Un romanzo strano, insolito, come del resto anche gli altri di questo scrittore che ho letto (Il senso di Smilla per la neve, La bambina silenziosa, i Racconti notturni).

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Susan, la protagonista, racconta in prima persona al presente gli avvenimenti, intervallandoli a momenti del suo passato: in qeusto modo riusciamo a conoscere abbastanza bene lei e la sua famiglia. Lei e il marito Laban possiedono una sorta di potere, che chiamano effetto: quando parlano con una persona questa prova la necessità e il desiderio di confidarsi con loro. Susan e Laban hanno due figli gemelli, un maschio e una femmina, Harald e Thit.

Durante un viaggio in India i quattro finiscono nei guai ma un funzionario danese riesce a farli uscire di prigione e a riportarli in patria, in Danimarca. Però chiede loro, in particolare a Susan, di scoprire informazioni su una misteriosa Commissione per il Futuro, compito che si rivela pericoloso e complicato.

La trama, soprattutto il finale, non mi sono sembrati particolarmente originali, ma ho apprezzato molto la scrittura (come testimoniano le citazioni che via via ho trascritto sul blog) e i personaggi, prima fra tutti la protagonista. Susan è una donna decisa, dalle molte risorse, una scienziata che si occupa di fisica quantistica, compatriota di Bohr. Non si lascia convincere dalle mezze spiegazioni che le vengono fornite durante la sua ricerca, ma non riesce a impedire una serie di omicidi, legati alla Commissione per il futuro.

Anche i gemelli sono personaggi interessanti, ciascuno dei due ha una sua peculiarità e, benché abbiano solo sedici anni, parlano e si comportano come adulti.

Insomma, un romanzo interessante anche se come vicenda mi ha lasciata un po’ perplessa. Susan e la sua famiglia sono però personaggi che, penso, ricorderò.

 

 

Pubblicato in: Libri, Riflessioni

2016 in libri: i miei personaggi preferiti

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Nei libri che ho letto quest’anno ho incontrato, ovviamente, molti personaggi e ad alcuni mi sono affezionata particolarmente, ho “fatto il tifo” per loro e mi sono rimasti impressi nella mia memoria più degli altri.

Non sono molti, li elenco, in ordine casuale, senza riportare il romanzo da cui sono tratti e solo con il nome. (N.B. Non sono presenti nei libri riportati nell’immagine)

Sara
Max
Liesel
Rudy
Antonio
Greta
Mia
Marc

Anche voi avete incontrato personaggi che vi hanno colpiti particolarmente? Se vi va potete ricambiare la mia confidenza…

 

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Il cappello del prete – Emilio De Marchi * Impressioni di lettura

(prima edizione del 1888)
Di quando in quando mi capita di scaricare ebook gratuiti, relativi a romanzi i cui diritti d’autore sono scaduti e questo è uno degli ultimi che ho letto.
Si tratta non tanto di un giallo, anche se c’è un omicidio, quanto della storia di un rimorso. È comunque considerato il romanzo capostipite del noir italiano.
La vicenda è ambientata a Napoli, dove un nobile, il barone Carlo Coriolano di Santafusca, pieno di debiti e senza risorse, risolve di assassinare un prete, prete Cirillo, “un uomo pieno di denari, che egli aveva radunati un poco coll’usura, prestando ai pizzicagnoli,ai pescivendoli, ai galantini della Sezione, e molto colle vincite al lotto.”

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Attenzione un po’ di SPOILER…
In realtà secondo me il finale è chiaro fino dall’inizio, l’interessante è il racconto di come vi si giunge.
L’omicidio si svolge secondo i piani del barone, ma il cappello nuovo che il prete aveva appena ritirato dal cappellaio agita le carte e alimenta il timore di essere scoperto e il rimorso del barone. Sembra infatti che il cappello viva di vita propria e il suo passare di mano in mano, fino a tornare in quella di chi l’aveva confezionato, desta nelle istituzioni e nella gente il dubbio che il prete abbia fatto una brutta fine.
Le indagini portano alla tenuta di campagna del barone che, alla lunga, non regge all’ansia e, quando viene interrogato, invece di limitarsi a rispondere “non so nulla” come aveva programmato di fare, si autoaccusa, svelando dettagli che solo l’assassino può conoscere.
Come contraltare ai due personaggi negativi, ovvero il barone e il prete, il quale, anche se vittima, era stato per tutta la vita un avido profittatore, c’è un altro sacerdote, il vecchio prete della parrocchia di Santafusca, Don Antonio, il cui scrupolo, perfino eccessivo, dà l’avvio alla parte pubblica delle vicende del cappello. Il vecchio è profondamente buone e coscienzioso, e agisce sempre coerentemente con quanto afferma con queste parole rivolte al campanaro Martino: “Voglio dire che il buon cristiano non deve tanto guardare al suo diritto quanto al suo dovere.”

Insomma è una buona storia, la psicologia dei personaggi è ben descritta; il tono è a volte anche ironico e l’ambientazione, lontana nel tempo oltre un secolo, è interessante. Del resto De Marchi è considerato un narratore importante.

Dalla premessa dell’autore alla prima edizione

è un romanzo d’esperimento,…
Due ragioni mossero l’autore a scriverlo.
La prima, per provare se sia proprio necessario andare in Francia a prendere il romanzo detto d’appendice,…
La seconda ragione, fu per esperimentare quanto di vitale e di onesto e di logico esiste in questo gran pubblico così spesso calunniato e proclamato come una bestia vorace che si pasce solo di incongruenze, di sozzure, di carni ignude, e alla quale i giornalisti a centomila copie credono di servire di truogolo.
L’esperimento ha dimostrato già a quest’ora le due cose, cioè che anche da noi si saprebbe fare come gli altri, e col tempo forse molto meglio per noi, e poi che il signor pubblico è meno volgo di quel che l’interesse e l’ignoranza nostra s’ingegnano di fare.

 

Pubblicato in: Riflessioni, Scrittura

Ricordi di scuola – Giochino-test #1

Quando ero al liceo, ovvero un paio di vite fa ma anche tre, girava fra le altre cose una sorta di giochino-test che mi è tornato in mente ieri, non so perché.

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Lo riassumo prima di scrivere le riflessioni che mi ha ispirato.

Anna deve raggiungere (o salvare) il fidanzato, Enrico. Per farlo deve ottenere l’aiuto di tre persone. La prima è Dario, che in cambio dell’aiuto le chiede dei soldi; la seconda è Sergio che le chiede di fare sesso con lui e infine Renzo che l’aiuta senza volere niente. Quando Anna raggiunge il fidanzato e gli racconta cosa ha dovuto fare lui la lascia.

Ho realizzato che questa breve storia appena accennata rispecchia personaggi e intreccio di molti romanzi (soprattutto romance, magari, ma non solo, penso anche a gialli). I personaggi, cioè, rappresentano altrettanti prototipi (se non in qualche caso perfino archetipi) e l’intreccio può essere la base per innumerevoli trame in cui variano ambientazioni, dettagli, motivazioni (sottostanti a quelle espresse, intendo) e finali.

Un po’ il concetto, ridotto, delle carte di Propp, insomma. Un tema che mi ha sempre affascinata, forse per la mia mentalità (anche) matematica: poter ricondurre tutte le storie a un numero finito e anche piccolo di trame-guida. Pochi elementi, mescolati e aggregati in modo diverso, possono dare origine a infinite storie… davvero intrigante, no?

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Tornando al giochino-test: dopo il racconto delle vicende di Anna la domanda era: “Metti in ordine di tuo gradimento i personaggi, da quello che secondo te si è comportato meglio a quello che si è comportato peggio”. Ogni personaggio simboleggia infatti un valore. Quale lo svelo (per chi non lo avesse capito, cosa peraltro piuttosto facile) nel prossimo post.

Dubito che il test abbia qualche valore, ho riesumato il giochino solo per la sua relazione con la scrittura.