Questo breve saggio è stato pubblicato nel 2019 da Edizioni Laterza sia in versione cartacea che digitale.
L’autore, prendendo spunto dalle caratteristiche delle piante evidenzia le fragilità degli organismi animali e gli errori commessi dalle società, soprattutto moderne.
Ipotizzando una Costituzione della Nazione delle Piante, Mancuso ricorda come i comportamenti umani, in particolare quelli degli ultimi decenni, stiano letteralmente consumando la Terra, esaurendo le risorse non rinnovabili e causando un’estinzione di massa di innumerevoli specie viventi. Una nuova estinzione di massa, sì, come quella che causò la scomparsa – fra gli altri – dei dinosauri; solo che questa volta è l’uomo, con la sua “intelligenza superiore” a determinarla. Il tasso di estinzione delle specie viventi attuale è di molte volte superiore a quello che si stima essere stato prima della comparsa dell’uomo e i modelli matematici ipotizzano un suo ulteriore forte aumento. L’autore definisce questi numeri come quelli di un’apocalisse.
Portando l’attenzione del lettore sulle differenze fra le piante e gli animali, Mancuso afferma che il regno vegetale è erroneamente considerato meno evoluto di quello animale e, descrivendo alcune caratteristiche di entrambi, motiva questa sua affermazione.
Gli organismi animali hanno un’organizzazione (chiedo scusa per il gioco di parole) gerarchica e centralizzata (cervello comanda gli altri organi) e con le funzioni concentrate nei vari organi (occhi, orecchie, polmoni ecc) mentre le piante hanno un’organizzazione decentrata, distribuita: tante foglie, tante radici. Questo consente alle piante di essere indipendenti dal funzionamento di un singolo organo, perché di ciascuno hanno moltissime repliche. La struttura dell’organismo animale viene riprodotta anche a livello sociale e anche in questo caso presenta gli stessi problemi (ad esempio se viene a mancare il capo viene compromesso il funzionamento dell’intera struttura); inoltre si hanno anche altri inconvenienti, come il proliferare della burocrazia e ritardi e incomprensioni nelle comunicazioni.
Le piante sono maestre della cooperazione. Probabilmente a causa del fatto che gli organismi vegetali trascorrono tutta la loro vita nello stesso luogo in cui nascono, hanno sviluppato moltissime le simbiosi fra loro. (Un altro aspetto che l’uomo dovrebbe prendere a esempio.)
Insomma “La Nazione delle Piante” è un piccolo libro denso di idee e di moniti, scritto con un linguaggio chiaro e preciso, basato su dati scientifici. Secondo me testi come questo dovrebbero essere letti – e magari commentati – in tutte le scuole superiori.
L’autore
Stefano Mancuso, nipote dello scrittore Michele Mancuso, afferma di essersi particolarmente interessato alle piante solo in età adulta, all’università, durante gli studi.
Dal 2001 è professore all’Università di Firenze e nel 2005 ha fondato il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, destinato agli studi sul comportamento delle piante. Nel 2010 ha tenuto una conferenza a Oxford su come le radici vanno, nel terreno, alla ricerca di spazio colonizzabile, acqua e nutrienti. Nel 2012, nel progetto Plantoïd, ha preso parte alla creazione di un robot bio-ispirato (imitando alcune capacità delle radici), robot che potrebbe ad esempio esplorare un terreno difficilmente accessibile o contaminato da un incidente nucleare o da un attacco batteriologico.
Nel 2013 ha pubblicato “Verde brillante: Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale”, scritto assieme ad Alessandra Viola. Nel 2014, all’Università di Firenze, ha creato una start-up specializzata sulla biomimesi delle piante (tecnologia che imita determinate capacità delle piante) e una serra galleggiante autonoma che nel 2016 ha prospettato al governo cileno.
(fonte Wikipedia)