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La Compagnia delle Indie Orientali #6 – la caduta di Delhi

ancora…

Le storie di Ella S. Bennet

Nel 1737 a Delhi vivevano circa due milioni di persone, più di quelle che abitavano a Londra e a Parigi messe insieme.

L’imperatore era , un esteta e un gaudente, che lasciava la politica ai suoi consiglieri; la conseguenza fu che gradualmente i governatori regionali presero sempre più spesso decisioni in autonomia, anche sulle questioni più importanti.

Presto anche Delhi venne minacciata dai Maratha; poi fu l’esercito persiano di a raggiungerla e a devastarla. Nader, dopo aver invaso e conquistato l’Afghanistan, nel 1739 si diresse verso Kabul (la capitale estiva dell’impero Moghul) e dopo averla conquistata valicò il passo di Khyber e in breve entrò a Delhi, dove massacrò la popolazione e devastò la città, fino a che ottenne una grande ricchezza (gioielli e manufatti preziosi, oro e argento, per un valore di circa ottantasette milioni di sterline dell’epoca) in cambio della vita dei cittadini. Tornò in Persia dopo meno…

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John Jackson – pugile e insegnante di boxe

dal blog di Ella S. Bennet

Le storie di Ella S. Bennet

A chi legge romanzi ambientati a Londra nel periodo Regency sarà probabilmente capitato di imbattersi in , detto , ex pugile, proprietario di una palestra e insegnante di boxe.

John Jackson nacque a Londra il 28 settembre 1769 da una famiglia di imprenditori edili della classe media del Worcestershire che disapprovava la sua scelta del pugilato come professione.

Fu un pugile dilettante – considerato eccezionale – fino al 1788. Il 9 giugno 1788 sconfisse William Futrell, che fino a quel momento aveva ottenuto una serie di 18 vittorie.

Il 12 marzo 1789 combatté contro John Ingleston e perse in cinque round, subendo una frattura alla gamba. Dopo la sconfitta si ritirò ma tornò a battersi sei anni dopo, quando divenne il 17° campione di boxe a mani nude di tutta l’Inghilterra il 15 aprile 1795, quando sconfisse Daniel Mendoza. L’incontro si svolse su un palco a Hornchurch nell’Essex e…

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La Compagnia delle Indie Orientali #5 – Moghul e Maratha

ancora…

Le storie di Ella S. Bennet

Nel 1707 morì l’imperatore Moghul (che aveva sconfitto gli inglesi nel 1690). Era stato un governante severo e repressivo e un musulmano bigotto. Aveva introdotto tasse per chi non era musulmano e represso ogni rivolta nel sangue. Sotto di lui l’impero Moghul si era espanso molto, e aveva aumentato così il numero dei propri nemici.

Il principale oppositore di Aurangzeb era stato , un signore della guerra indù che lo aveva combattuto soprattutto mediante incursioni che avevano prevalentemente l’obiettivo di danneggiare l’economia. La sua cavalleria leggera poteva percorrere anche ottanta chilometri al giorno; i suoi uomini non portavano né bagagli né provviste. Shivaji aveva fondato l’impero Maratha nel Deccan occidentale (era stato incoronato nel 1674) ed era morto nel 1680; gli autori maratha scrissero di lui come di un semidio oltre che rappresentante-simbolo della resistenza.

Le rivolte contro il regime di Aurangzeb erano continuate anche dopo la morte di Shivaji…

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La Compagnia delle Indie Orientali #4 – insediamenti principali

ancora sulla Compagnia delle Indie orientali

Le storie di Ella S. Bennet

Dopo un tentativo con scarso successo di fondare una base fortificata, la CIO, nella persona di Francis Day, ebbe il permesso di costruire un nuovo forte nell’India del Sud, che divenne noto come ; presto fu la prima città coloniale inglese dell’India e verso il 1670 iniziò a battere una propria moneta d’oro, la pagoda.

Dopo Madras un altro grosso insediamento inglese fu (ricevuto nella dote da parte di Caterina di Braganza – portoghese – che nel 1661 sposò Carlo II); negli anni Ottanta del 1600 divenne il centro del potere e del commercio degli inglesi nelle Indie Orientali.

Nel 1693 si scoprì che la Compagnia corrompeva ministri; ciò portò fra l’altro alla reclusione del Governatore della Compagnia.

Dopo un tentativo fallito (da parte di Sir Josiah Child) di conquistare territori Moghul con la forza, nel 1690 Jeb Charnode iniziò a fondare quella che sarebbe divenuta Calcutta

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La Compagnia delle Indie Orientali #2 – Le prime spedizioni

ancora le pillole di storia di Ella S. Bennet

Le storie di Ella S. Bennet

Il 13 febbraio 1601 un vascello da 900 tonnellate, già usato contro le imbarcazioni spagnole dai corsari, partì da Woolnich per raggiungere l’estuario del Tamigi, diretto verso le Indie Orientali. Il vascello si chiamava Red Dragon (ex Scourge of Malice) ed era accompagnato da tre navi più piccole: l’Hector, la Susan e l’Ascension; comandava la spedizione . La flotta doppiò il Capo di Buona Speranza a settembre, poi raggiunse Mauritius; infine nel giugno 1602 arrivò ad Aceh (parte settentrionale dell’isola di Sumatra, Indonesia) e Lancaster poté iniziare ad acquistare le spezie.

Il 6 giugno 1603 i quattro vascelli approdarono in Inghilterra, con non meno di 900 tonnellate di pepe, cannella e chiodi di garofano (molta della merce era stata prelevata da una caracca portoghese, assalita quando le navi erano nel porto di Aceh).

Dopo questa spedizione ve ne furono altre quindici, una per anno…

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La Compagnia delle Indie Orientali #3 – I rapporti con i Moghul

Pillole di storia da Ella S. Bennet

Le storie di Ella S. Bennet

L’impero (termine che deriva da “mongolo”) occupava quasi tutta l’Asia meridionale; i Moghul erano una dinastia indiana di religione musulmana. Governarono sull’India dal 1526 al 1707 e la loro economia fu la più forte del mondo; inoltre l’architettura indiana raggiunse il massimo: è di questo periodo infatti la costruzione del Taj Mahal.

Il fondatore dell’impero fu Babur, discendente da Tamerlano; la capitale principale fu Delhi; fra le altre Agra, Fatehpur e Sikri.

Le città dell’impero Moghul erano grandi, ricche e popolate. In esse affluiva l’argento europeo in cambio di merci. I Gran Moghul disponevano di un esercito di quattro milioni di soldati; di conseguenza gli europei non potevano permettersi nei loro confronti comportamenti aggressivi come con gli altri popoli, perché militarmente erano troppo inferiori.

La Compagnia tentò allora di stringere delle relazioni con l’imperatore. Riuscì a gettarne le basi, con fatica e pazienza, , legato regio, in circa tre anni…

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Versi #33

Una poesia che ho scritto nel 1994 o prima.

NEBBIA

Dalla finestra

bianco fumo come orizzonte

da riempire di sogni

ricordi

speranze

non completamente morte.

Dalla finestra

bianco silenzio

che narra

un mondo infinito

pulito

traboccante

di energia buona.

Un bianco contatto

stabilito per un attimo

fra l’intimo profondo,

e l’infinito intorno

la sensazione di aver compreso…

Ma al suo dissolversi

riappare

il grigio della strada

risuona

il rumore delle auto…

cosa può dire tutto ciò

alla mia anima?