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Ruga dopo ruga – Claudia Graziani – Impressioni di lettura

Il romanzo è uscito nel settembre 2020, in formato cartaceo, per i tipi di Porto Seguro Editore.

Ruga dopo ruga” è davvero un bel romanzo. È una storia di formazione e, soprattutto, una ricerca di se stessi; forse si potrebbe definire – se volessimo dare una definizione, peraltro riduttiva come tutte le definizioni – una fiaba per grandi. Comunque sia, leggendolo ci si emoziona e si rimane intrigati dalla trama. L’ambientazione esotica amplifica il messaggio e lo rende (anche se potrebbe sembrare il contrario) più vicino alle nostre esperienze, forse perché la scelta di collocare la vicenda in un luogo (fisico e non solo) così diverso ha reso il suo significato di più immediata comprensione.

“Ruga dopo ruga” è avvincente: grazie alla scrittura di Claudia Graziani il lettore si trova immerso fino dalla prima pagina nell’atmosfera di Ktabejn, l’isola polinesiana (di fantasia) in cui si svolge la vicenda, con la sua vegetazione, gli animali, le persone che la abitano e il loro modo di vivere. E questo, il modo di vivere degli abitanti di Ktabejn, si può definire come uno dei protagonisti del romanzo, insieme alla giovane Ranjji e alla Natura. Il rispetto della Natura, l’accettazione di sé e degli altri, il sostegno reciproco sono i valori su cui si fonda la società dell’isola e che Ranjji non riesce a fare propri fino in fondo, perché è tormentata da un Dolore, che le impedisce di sentirsi come gli altri e di comunicare davvero con loro.

L’approdo di una nave di colonizzatori inglesi, induce la giovane a riflettere sugli stranieri e su se stessa e questo le consente di iniziare il cammino che la porterà alla consapevolezza di sé. Ranjji è un bel personaggio, in lei ci si immedesima subito perché fra le sue paure, insicurezze, insofferenze ce ne sono alcune che abbiamo provato anche noi e che forse proviamo ancora e ci piace – e forse ci aiuta – vedere come alla fine, lei riesce a superarle.

Il confronto, inevitabile, fra la civiltà dell’isola – naturale e aperta – e quella degli inglesi (più o meno come la nostra attuale), permeata di sovrastrutture inutili e spesso ipocrite, costituisce un ulteriore spunto di riflessione.

Insomma, proprio un romanzo coinvolgente, che parla al cuore del lettore.

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Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey – Mary Anna Shaffer e Barrows Annie * impressioni di lettura

(Titolo originale “The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society”, trad. Giovanna Scocchera ed Eleonora Rinaldi; originale pubblicato nel 2008; edizione italiana da me letta; (digitale) Astoria del 2017)

Non sono un’amante dei romanzi epistolari, spesso li evito, ma questo (che ho acquistato perché pubblicizzato, mi pare, e di sicuro perché in promozione e anche per l’originalità del titolo) mi è piaciuto moltissimo, perché scritto in modo magistrale. Vi sono tanti personaggi che si scambiano lettere e forniscono così al lettore ciascuno il proprio punto di vista su varie vicende, principalmente sull’occupazione tedesca delle isole della Manica, di cui fa parte Guernsey. La corrispondenza ruota intorno a Juliet Ashton: fra lei e il suo editore, che è anche suo amico e fratello della sua migliore amica e poi fra lei e un gruppo di abitanti di Guernsey, le persone che appartengono appunto al club del libro e della torta di bucce di patata. Di lettera in lettera si costruisce la storia dell’occupazione da parte delle truppe tedesche di Guernsey, durata circa cinque anni: una situazione spesso difficile e pericolosa, perché il rischio di essere arrestati e mandati in un campo di concentramento per un fatto da niente era sempre presente.

È una storia vista con gli occhi delle persone che l’hanno vissuta, si potrebbe dire locale, benché, inevitabilmente, fedele riproduzione della storia che si svolgeva contemporaneamente a livello mondiale (microcosmo-macrocosmo, insomma). Ci sono fra gli occupanti tedeschi alcuni con cui è possibile instaurare qualche tipo di rapporto, altri intransigenti e crudeli. Ci sono fra gli isolani quelli disposti a sacrificare la propria vita pur di salvare un’altra persona e quelli pronti a tradire per qualche privilegio o per un po’ di denaro.

La narrazione è condotta con mano lieve anche nei momenti più drammatici. Alle vicende degli anni di guerra si alterna il racconto che Juliet fa, talvolta anche con un certo humour, del suo lavoro e dei suoi movimenti agli amici (sostanzialmente il suo editore e la sorella di lui), dapprima da Londra e poi proprio da Guernsey.

Sono consapevole di non aver saputo rendere giustizia a questo romanzo con le mie parole, per cui concludo consigliandone la lettura.

Sinossi

Coraggio, amicizia, resistenza al nazismo, amore per i libri raccontati nella cornice di una storia d’amore.

È il 1946 e Juliet Ashton, giovane giornalista londinese di successo, è in cerca di un libro da scrivere. All’improvviso riceve una lettera da Dawsey Adams – che per caso ha comprato un volume che una volta le era appartenuto — e, animati dal comune amore per la lettura, cominciano a scriversi. Quando Dawsey le rivela di essere membro del Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, in Juliet si scatena la curiosità di saperne di più e inizia un’intensa corrispondenza con gli altri membri del circolo. Mentre le lettere volano avanti e indietro attraverso la Manica con storie della vita a Guernsey sotto l’occupazione tedesca, Juliet scopre che il club è straordinario e bizzarro come il nome che porta. Una commedia brillante (anche se nel corso della narrazione emergono tradimenti, bassezze, vigliaccherie) che parla di amore per i libri, di editori, scrittori e lettori, e poi di coraggio di fronte al male, di lealtà e amicizia, e di come i libri ti possano salvare la vita.

Da Wikipedia

Guernsey, ufficialmente Baliato di Guernsey (in inglese Bailiwick of Guernsey; in francese Bailliage de Guernesey; in guernesiais Bailliage dé Guernési) è una dipendenza della Corona britannica, costituita dall’omonima isola e da altre più piccole, tutte situate nel canale della Manica, di fronte alle coste nordoccidentali della Francia.

La dipendenza dalla Corona Britannica non comporta appartenenza al Regno Unito, infatti è dotata di governo autonomo; il suo capo di Stato de iure è il sovrano del Regno Unito, che però vi esercita il potere in quanto Duca di Normandia, e non come sovrano del Regno Unito; suo delegato è un tenente governatore, che è il capo di Stato de facto; il potere esecutivo è invece esercitato dal governo di Guernsey, presieduto dal balivo, che è in pratica il primo ministro del Paese.

Per quanto riguarda i rapporti internazionali Guernsey è rappresentata dal Regno Unito.

Nel 1940 vi fu l’occupazione tedesca delle isole del Canale, che si protrasse per la maggior parte della seconda guerra mondiale. Poco prima dell’occupazione, molti bambini furono evacuati in Inghilterra, presso parenti o estranei. Durante l’occupazione alcuni civili furono deportati nel Lager Lindele, campo di concentramento a sud della Germania, vicino a Biberach an der Riß. Tra questi, vi fu Sir Ambrose Sherwill, che più tardi divenne Balivo di Guernsey. Tre civili di fede ebraica furono invece deportati ad Auschwitz, senza fare più ritorno.

Ad Alderney fu costruito un campo di concentramento, principalmente per abitanti dell’est europeo, l’unico costruito su terra britannica. Tuttora è ricordato da un memoriale noto col nome di Alderney, in francese Aurigny.

Guernsey fu pesantemente fortificata durante la seconda guerra mondiale, le cui tracce sono tuttora visibili. Essa e le isole vicine furono gli ultimi territori occupati dalle truppe tedesche ad arrendersi il 16 maggio 1945.