L’ultimo paragrafo del romanzo
(Rieux) Sapeva quello che ignorava la folla, e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine d’anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe il giorno in cui, sventura o insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.
(trad. di Beniamino Dal Fabbro)
Lettura faticosa, dello stesso autore ho amato Lo straniero.
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A me è piaciuto più questo de Lo straniero, comunque non sono “libri facili”, certo. Ma “da leggere”.
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Decisamente!
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veramente meraviglioso.
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Una grande metafora e personaggi molto umani.
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