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Ernest e Celestine – Daniel Pennac

(titolo originale Le roman d’Ernest et Celestine, trad. Yasmina Melaouah, pubbl. 2012, in Italia 2013)

Un romanzo da ragazzi, dolce e divertente che racconta dell’amicizia fra un orso (Ernest) e una topolina (Celestine), amicizia fuori dall’ordinario perché non s’è mai visto che un topo e un orso possano essere amici… I topi vivono nel mondo di sotto e gli orsi nel mondo di sopra…
Le avventure dei due amici sono raccontate in modo originale: non c’è un solo narratore ma ben tre: l’Autore, Celestine ed Ernest. I tre dialogano un po’, discutono, poi uno di loro (di solito l’Autore) narra una parte della storia. A un certo punto entra in scena anche il Lettore, che prevede cosa sta per succedere o protesta per qualcosa che non gli torna…

Insomma una narrazione a più voci, quasi teatrale, che mostra i diversi punti di vista e, in certo modo, anche come si costruisce una storia.


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La peste – Albert Camus

L’ultimo paragrafo del romanzo

(Rieux) Sapeva quello che ignorava la folla, e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine d’anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe il giorno in cui, sventura o insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.

(trad. di Beniamino Dal Fabbro)