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Una sola luce blu – Sara Cerri * Segnalazione nuova edizione

Nel mese di dicembre 2020 è uscita la seconda edizione di “Una sola luce blu”, un romanzo di Sara Cerri, edito da Nino Bozzi, CTL Livorno.

Nel blog potete trovare anche le mie impressioni di lettura su questo bel romanzo.

Nel video potete ascoltare una breve presentazione a cura della stessa autrice.

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Irena Sendler – La vita dentro un barattolo – Sara Cerri * Impressioni di lettura

Ci sono storie che devono essere raccontate, magari tramandate, e quella di Irena Sendler è una di queste. E Sara Cerri lo fa rivolgendosi ai lettori più giovani, costruendo per loro una delicata quasi-fiaba, in cui un nonno narra al nipote l’eroica impresa compiuta da Irena, infermiera polacca che salvò oltre duemila bambini ebrei del ghetto di Varsavia.

Il linguaggio è leggero e poetico, pensato soprattutto per un pubblico giovane, ma la lettura di questo racconto è piacevole a qualunque età.

Copertina Irena Sendler, la vita dentro un barattolo_Cerri Sara (2)

Questa la sinossi

Irena Sendler era un’infermiera e un’assistente sociale polacca che collaborò con la Resistenza nella Polonia occupata da Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Irena divenne famosa per aver salvato circa 2.500 bambini ebrei, facendoli uscire di nascosto dal ghetto di Varsavia nel quale vivevano come prigionieri, fornendo loro falsi documenti e trovando rifugio per loro in famiglie al di fuori del ghetto. La sua impresa coraggiosa è raccontata nelle pagine di questo libro da nonno Carlo al suo amato nipote Leonardo. Nella storia di Irena si nasconde un segreto commovente che riguarda il nonno e il piccolo ed è il momento giusto per svelarlo. Età di lettura: da 7 anni.

A questo link è possibile leggere un’interessante intervista alla scrittrice Sara Cerri.

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Una sola luce blu – Sara Cerri * Impressioni di lettura

Questo bel romanzo è scritto in prima persona, come una sorta di diario che l’io narrante, Gloria, scrive per la figlia, rivolgendosi direttamente a lei. Lo sottolineo perché a mio parere è un aspetto fondamentale in questa storia, dà infatti anche un tono ben preciso a tutta la narrazione. Una madre confida alla figlia molte cose di sé: quali cose sceglie e come le racconta forniscono un’immagine precisa di lei.

luceblubuona Sara Cerri

Il diario si apre nel maggio 2007, quando Gloria, autrice di libri per bambini, ha cinquantotto anni, e finisce nel dicembre 2015: le pagine vengono riempite non quotidianamente ma di quando in quando, e riportano eventi del passato e del presente.

Nel presente di Gloria c’è la madre malata di Alzheimer: il progredire della malattia e della difficoltà di mantenere dei rapporti con la malata che diventa sempre più staccata dalla realtà e isolata dal mondo esterno a sé, sono descritti in modo realistico ma dolce, perfino poetico.

Nel presente di Gloria ci sono anche altri rapporti e i ricordi del marito Sergio, morto per un incidente. E anche la relazione con la figlia Eva e un breve ma intenso incontro con un uomo.

Complessivamente l’impressione che mi ha lasciato la storia mentre la leggevo, e anche alla fine, è stata di una pacata tristezza. Immagino che si cercherebbe di scrivere in questo modo a una figlia, nel tentativo di rassicurarla o, almeno, di raccontare senza rimarcare la difficoltà di affrontare prove come malattie terribili e morti improvvise.

Gloria è un personaggio che rimane impresso anche dopo che si è terminata la lettura e chiuso il libro, non so dire perché, ma è così. Forse perché potrebbe essere la persona che abita nella casa accanto alla nostra. O perché potrebbe essere noi stessi. Di sicuro perché riesce a raccontare la sua storia con un linguaggio raffinato ma preciso, poetico ma mai patetico.

A mio parere anche la cover è molto bella e in armonia con il testo.

Qui la presentazione del romanzo

 La precedente edizione:

cover Luce blu

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“Una sola luce blu” – Sara Cerri * Segnalazione

Segnalo l’uscita di questo romanzo di Sara Cerri, edito da David and Matthaus. Nel blog potete trovare anche le mie interviste a Sara Cerri: su Danza Isadora Duncan, su I Gufi e su Isadora Duncan.

Ho chiesto all’autrice di descrivere con una frase il romanzo. Ecco la risposta: Mi piace pensare che Gloria si sia aperta a me come un piccolo forziere pieno di note magiche da lasciar vibrare nell’aria.

Questa la sinossicover Luce blu

Gloria, cinquantotto anni, scrittrice di romanzi per ragazzi, ha perduto il marito, Sergio, a causa di un incidente d’auto. Si ritrova, sola, a distruggere le fotografie di lui sentendo dentro di sé un muro che le impedisce di leggere con chiarezza i lunghi anni vissuti insieme. In occasione di un viaggio, la donna incontra Mattia, uomo avvenente e maturo; tra i due nasce un’attrazione immediata e si ritrovano a trascorrere un’intensa notte insieme. Maria, la madre di Gloria, è affetta da Alzheimer; la figlia si sente oppressa dal peso di quella malattia che spazza via un pezzetto di memoria giorno dopo giorno e tenta di mantenere con la mamma un rapporto d’affetto, ma spesso è più forte in lei il senso di impotenza, la consapevolezza dell’inesorabile peggiorare della situazione. In un giorno in apparenza come gli altri, Gloria riceverà da sua figlia Eva una notizia che le cambierà la vita e che la convincerà a dedicarle quel diario di memorie cominciato tempo prima, colmo di emozioni e di pensieri, perché la ragazza possa conoscerla e comprenderla a fondo. Gloria consegna alle parole tutta se stessa, sotto la lampada dalla rassicurante e piccola luce blu.

Era come se ci chiedessimo con insistenza se fossimo veri, se davvero fossimo noi, atterrati insieme dopo un lungo volo.

L’Autrice

Sara Cerri è nata a Viareggio e vive a Firenze, dove si è laureata in lettere e filosofia. Ha fondato la compagnia “Ombre Cinesi” e il suo spettacolo Frammenti di luna (1984) ha vinto il primo premio della Giuria Internazionale al VII Festival di Teatro di Figura di Cervia. Ha pubblicato numerose opere letterarie. Con Isadora Duncan, uscito in e-book nel 2011 e riproposto in nuove edizioni nel febbraio 2015 e nel novembre 2015, fa il suo ingresso ufficiale in David and Matthaus, con la quale successivamente pubblica il racconto Yeeeeeh, il romanzo Quello di spalle sono io e i libri per bambini Irena Sendler. La vita dentro un barattolo e Danza Isadora Duncan per la collana “I Gufi” di Edizioni Il Villaggio Ribelle. Nel 2016 escono, in nuova edizione, i due libri pubblicati con David and Matthaus, Isadora Duncan e Yeeeeeh, insieme a Quello di spalle sono io, riproposto con una copertina rinnovata.

Prezzo: € 15,90 Rilegatura: BROSSURA Pagine: 218 ISBN: 978-88-6984-159-0

Un appuntamento: il libro sarà presentato alla Feltrinelli di via de Cerretani, a Firenze, il 16 giugno prossimo alle ore 18,30.

 

 

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Intervista a Sara Cerri, autrice di “Danza, Isadora Duncan”

Sara Cerri è l’autrice del settimo libro pubblicato nella collana I Gufi de Il villaggio Ribelle di David and Matthaus dal titolo “Danza, Isadora Duncan”.

cover Danza Isadora

  1. Dopo aver letto la storia di Isadora Duncan nel tuo romanzo dedicato alla sua vita, mi sembra superfluo chiederti perché hai deciso di raccontare qualcosa di questa grande danzatrice anche a un pubblico giovane. Però lo faccio lo stesso, magari ci sono aspetti di questa scelta che ti preme sottolineare.

Conoscendo la storia di Isadora oramai molto a fondo non mi stancherei mai di divulgarla, per un grande affetto e stima che mi legano a questo personaggio e a un lavoro – il romanzo: Isadora Duncan – che mi ha visto impegnata per circa dieci anni, anche se non continuativi, di scrittura e di padronanza del suo vissuto. Quando si scrive tanto di un personaggio, dopo aver tradotto tanti documenti e aver srotolata, in questo caso, la sua vita e il suo pensiero di fronte agli occhi, succede che il personaggio ti abiti un po’ dentro. È accaduto che proprio lei stessa, quando avevo una pallida idea di dar forma a un Gufo in suo onore, mi abbia preso per mano indicandomi il modo giusto di farla rivivere, questa volta in un libro per bambini. Il mio libro è dedicato ai piccoli lettori che amano la danza – è consigliato ai lettori dai dieci anni – e non escludo i ragazzini, perché questa disciplina, oggi, è molto amata anche dai maschi che partecipano a lezioni di danza moderna o altri balli contemporanei come ad esempio la danza Hip pop, il Modern jazz o altre discipline attuali di cui Isadora è considerata la madre.

  1. C’è qualche elemento che riguarda Isadora su cui hai posto l’accento nella tua storia?

Fu Isadora Duncan – insieme a Loïe Fuller e Ruth St. Denis – tra ‘800 e ‘900 a imporsi sulla scena mondiale sviluppando la danza libera – ballando, davano luogo sul palcoscenico a veri e propri racconti – che poi dette origine ad una danza moderna rappresentata attraverso una propria armonia e da sistemi espressivi ed educativi assolutamente particolari. Il personaggio di Gilda mi ha offerto l’occasione di porre l’accento sulla libera espressione della danza in senso formativo, proprio come Isadora la concepiva. Gilda è una ragazzina che amerebbe ballare, imitando la bravissima madre, ma risulta pasticciona, inciampa e cade, non ha semplicemente trovato il modo di esprimersi, o forse ha perduto il contatto con se stessa, con la bambina che era capace di muoversi in libertà ascoltando il suo corpo, collegandosi alla natura, alla semplicità dei movimenti che possiedono i bambini piccoli che non sono ancora stati fuorviati dall’educazione che di solito impone movimenti rigidi e un allontanamento dal proprio essere. Ritrovare la capacità di un movimento originario, libero, magari al tempo di musica dettato dal mare, era ciò che Isadora predicava nelle sue scuole di danza. Desiderava infatti formare donne libere di camminare nel domani, di percorrere la propria strada, una concezione molto molto attuale. Così Isadora, nel mio libro, insegnerà a Gilda il segreto per trovare quella danza che la bambina cerca da tempo.

  1. Cosa vorresti che suscitasse in un giovane lettore questo tuo libro?

La voglia di conoscersi, amare il proprio passato per affrontare il futuro. Ciò che siamo stati non dovremmo mai perderlo per camminare verso il nostro domani. La pazienza, imparare ad amare se stessi, non aver paura di essere diversi dagli altri; spesso vogliamo essere qualcosa che non ci appartiene e conoscerci può farci superare uno stato di impasse, un incaglio, una situazione dalla quale non si riesce a uscire. Imparare a essere ciò che realmente siamo può catapultarci in una situazione nuova, migliore, più bella e giusta per noi.

  1. Quanto pensi che possa essere importante l’espressione attraverso l’arte per un bambino?

Penso che sia importantissima. L’arte è pazienza, disciplina, conoscenza, è imparare a misurare qualcosa attraverso noi stessi – e nel caso della danza ci insegna a rapportarci con lo spazio e con la musica – ci può dare la dimensione dei nostri pregi, delle nostre qualità nascoste, della personale interiorità, della propria cifra necessaria ad affrontare i nostri talenti, poiché ognuno ne possiede. Può aiutarci quindi ad amare molto ciò che facciamo. Direi che è essenziale per la formazione del carattere di un bambino.

  1. C’è qualcosa che vorresti dire, sul libro o su di te, che non ti ho chiesto?

Il libro Danza Isadora Duncan è dedicato a una bambina speciale nata da pochissimo e la dedica dice: A Gilda che danza sul tetto del mondo. Ma è una dedica che vorrei estendere a tutti i bambini che mi leggono, in fondo la vita è questo: un ballo calzante a noi stessi.

  1. Dato che sei la direttrice della collana I Gufi, puoi anticipare qualcosa sulle prossime pubblicazioni?

Non vorrei dare anticipazioni, molti autori stanno scrivendo, ho molti lavori da leggere. Non mi aspettavo questa grande adesione al progetto, questa grande passione che ognuno mette nel raccontare la sua storia. E sono storie diverse, appartengono a un passato lontanissimo, oppure molto recente e tutte riescono a stupirmi e ad emozionarmi. Perché è innanzi tutto questo che chiedo per i lettori de I Gufi: storie capaci di rivelare aspetti nascosti dei personaggi raccontati e capaci di dare un’emozione intensa che possa rimanere molto a lungo nel cuore di chi legge.

Grazie Sara per le tue risposte. È davvero fondamentale che i bambini e giovani sperimentino e comprendano il valore e il potere che l’arte ha e può avere nella vita di ciascuno.

Sara con il gatto Tigro

Per chi vuole approfondire la conoscenza con Sara Cerri e le sue opere qui di seguito ci sono i link ai suoi siti web e alla pagina Facebook dedicata a Isadora Duncan e curata da Sara.

www.saracerri.com

www.saracerri.it

https://it-it.facebook.com/pages/Isadora-Duncan/268157049881103

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Almanacco: scrittrici e scrittori nati il 28 marzo

Francesco De Sanctis

(1817 – 1883), scrittore, critico letterario e politico italiano.
Ricordi di scuola, soprattutto.

Mario Vargas Llosa

(1936), scrittore e drammaturgo peruviano.
Premio Nobel per la letteratura nel 2010.
Di lui ho letto “La zia Julia e lo scribacchino“, un romanzo anche ironico, e “Lettere a un aspirante romanziere“, una sorta di manuale di scrittura creativa in forma appunto di lettere in cui immagina di dare consigli a un aspirante scrittore, ogni lettera riguarda un aspetto diverso della scrittura: trama, personaggi, punto di vista); interessante e piacevole. Ultimamente ho letto anche un suo testo teatrale, “Appuntamento a Londra“.

cover-appuntamento-a-londra-llosa  Vargas Llosa - lettere asp rom

Claudio Lolli

(1950), cantautore, poeta e scrittore italiano.
Ascoltavo le sue canzoni, tanti anni fa.

Sara Cerri

(1954 ), scrittrice italiana.
Autrice di vari romanzi per ragazzi, fra cui il mio preferito è “Grande blu“, di una biografia romanzata di Isadora Duncan e direttrice della collana I Gufi di David and Matthaus. Si possono leggere due mie interviste a Sara a questi link: su “Isadora Duncan”, sui Gufi. e anche le mie impressioni di lettura sul romanzo “Una sola luce blu“.

luceblubuona Sara Cerri Copertina Irena Sendler, la vita dentro un barattolo_Cerri Sara (2)

Pubblicato in: Interviste, Libri

Intervista a Lucia Pecchioli, autrice di “Pierino’a saet”

Lucia Pecchioli ha scritto per la collana I Gufi de Il Villaggio Ribelle di David and Matthaus un libro dal titolo “Pierino’a saet”, in cui narra la storia del grande atleta italiano Pietro Mennea. Si tratta del quinto titolo di questa collana di piccoli preziosi libri.

Lucia P

Perché hai scelto di raccontare qualcosa su Pietro Mennea?

L’amicizia che mi lega a Sara Cerri da molti anni ha fatto si che abbia visto nascere e crescere la collana I Gufi di cui Sara è curatrice. Più volte Sara mi ha invitato a scegliere tra i nomi previsti in collana o di proporne di nuovi. Dopo la visione di un servizio televisivo su Pietro Mennea, a un anno dalla scomparsa, ho pensato di proporlo a Sara come biografia per i Gufi.

Perché scrivere una storia per bambini? È la prima volta?

Ho scritto molto, seguito corsi di scrittura, di lettura e soprattutto di sceneggiatura data la mia passione per il cinema e il video. Tutto questo impegno però non mi aveva ancora portato ad una pubblicazione. Con “Pierino’a saet”, questo è il titolo del libro, è stato tutto molto semplice e rapido. Conoscevo le imprese sportive di Mennea, essendo quasi mio coetaneo, le ho seguite si può dire in “diretta”. Sono stata molto fortunata perché esiste molto materiale per documentarsi e approfondire la conoscenza delle imprese sportive di Mennea, lo stesso Mennea ha scritto molti libri sulla sua esperienza sportiva e non solo.

Cosa pensi possa risultare più attraente/interessante per un bambino nel personaggio di Mennea?

Ho cercato di documentarmi molto sulla sua vita da ragazzo, a Barletta, la famiglia, la scuola, i compagni della prima società sportiva perché ho pensato così che avrei trovato la chiave per interessare dei giovani lettori. La visione poi di un interessante e ben fatto documentario, dove l’autore ha utilizzato un bambino per interpretare alcuni momenti della vita di Mennea da ragazzo, mi ha aiutato a trovare il modello narrativo e il linguaggio adatto a dei bambini sviluppando la storia sotto forma di diario.

C’è qualche elemento che riguarda Mennea su cui hai posto l’accento nella tua storia?

La volontà e la costanza abbinata al talento. Il talento da solo non basta. Per arrivare a “fare l’impresa” ci vuole applicazione e un lavoro costante, quotidiano. E non basta ancora. Come dice e scrive più volte Mennea ci vuole anche “tanta rabbia dentro”. La sua rabbia nasceva dal desiderio di riscossa di un ragazzo del sud, nato e cresciuto dove non c’erano attrezzature e che ha dovuto lasciare molto giovane la sua città per poter arrivare a competere e vincere contro i più grandi campioni.

E non si è fermato. Finite le competizioni sportive ha ottenuto successi nello studio (laureandosi più volte) e nella politica fino ad essere eletto al parlamento europeo.

Cover Pierino

Cosa vorresti che suscitasse in un giovane lettore questo tuo libro?

Innanzitutto mi piacerebbe che “Pierino a’ saet” fosse una lettura piacevole e divertente e poi che il racconto su Pietro Mennea possa aiutare i ragazzi più giovani a capire che se ti piace fare una cosa la devi coltivare giorno dopo giorno, con passione e tenacia.

Hai altri progetti per bambini-ragazzi?

Sto pensando a qualche altro personaggio per i Gufi.

C’è qualcosa che vorresti dire, sul libro o su di te, che non ti ho chiesto?

Una piccola considerazione sulla collana i I Gufi.
Ho lavorato per più di dieci anni in una libreria per ragazzi e spesso insegnati e bibliotecari mi chiedevano libri semplici per introdurre e sviluppare argomenti e ricerche nelle classi. Ecco credo che la collana i Gufi, che spero presto si arricchisca di tanti altri titoli, possa rispondere molto bene a questa necessità.

Sono d’accordo con te, Lucia. Grazie per le tue risposte e… aspettiamo un altro piccolo Gufo.

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Intervista a Sara Cerri, curatrice della collana I Gufi

Questa intervista a Sara Cerri, scrittrice e curatrice della collana I Gufi per Il Villaggio Ribelle di David and Matthaus è la prima di una serie di articoli sui libri pubblicati nella collana I Gufi per Il Villaggio Ribelle di David and Matthaus.

Iniziamo con alcune domande sul primo libro uscito, che racconta la storia di Irena Sendler. scritto proprio da Sara Cerri, per poi passare a curiosità e approfondimenti sulla collana.

Ciao, Sara. Perché hai scelto proprio Irena Sendler?

Perché è una donna incredibile, con una storia da raccontare, una storia da far circolare assolutamente. Avevo trovato un libro – il solo stampato in Italia – che raccontava la sua vita. Lei ha fatto parte della Resistenza polacca durante la Seconda guerra mondiale, lei ha salvato moltissimi bambini dal ghetto di Varsavia.

Perché scrivere una storia per bambini?

Perché è importante incuriosire i bambini affinché conoscano la storia del nostro mondo. I bambini devono sapere, devono imparare il futuro rielaborando il passato. Questo poi è un passato recente, la memoria va senz’altro tenuta accesa. Viva.

Copertina Irena Sendler, la vita dentro un barattolo_Cerri Sara (2)

Hai altri progetti per bambini-ragazzi?

Vorrei raccontare Isadora Duncan per poterla pubblicare nella collana I Gufi. Anche se c’è un mio romanzo su questa donna dalla vita avventurosa, dalla danza a piedi nudi, vorrei che una storia breve arrivasse ai ragazzi, nelle scuole, le biblioteche. Ovunque.

Veniamo adesso a questa nuova collana di libri per ragazzi: I Gufi. Perché racconti-biografie su personaggi famosi e/o storici?

Ci sono molti personaggi del passato, donne e uomini importanti, che meritano di essere conosciuti e riportati nella mente dei lettori. I Gufi si propongono, attraverso una storia narrata che ha spesso per protagonisti bambini o bambine, di portarci nel mondo di personaggi conosciuti del nostro passato, per farci approfondire qualche aspetto, qualche momento delle loro vite illustri. Nella collana I Gufi gli scrittori si propongono di raccontare un episodio della vita dei personaggi scelti perché il lettore dica: “Ecco chi era quel personaggio!”… si propongono di farlo per un lettore giovanissimo, ma anche, perché no, per un grandicello, o un adulto, curioso di saperne un po’ di più su certi suoi beniamini del passato. I Gufi è una collana di piccoli libri entusiasmanti dedicati ai lettori dagli otto anni ai novantanove anni.

Quali sono i personaggi che ti piacerebbe di più ospitare nella tua collana (oltre a quelli che già ci sono, naturalmente)?

Penso per esempio a Pietro Mennea, il più grande atleta italiano di tutti i tempi. Gioacchino Rossini, goloso musicista talentuoso, ironico, arguto, elegante. Isadora Duncan, celebre danzatrice e madre della danza moderna. Questi sono alcuni dei personaggi che la casa editrice David and Matthaus stamperà prossimamente nella collana I Gufi. Ne aspetto molti altri. Ci sono molte storie di vite interessanti da narrare, vanno solo scoperte e portate in luce. Personalmente preferisco i personaggi più vicini a noi, al nostro modo di comunicare, di pensare, ma se arriveranno storie ben scritte di personaggi più lontani nel tempo sarò pronta ad accoglierle con entusiasmo.

Molte grazie, Sara. Un grosso in bocca al lupo per la collana e per i tuoi libri.

 

Pubblicato in: I miei libri, Libri

Carolina Lucrezia, William e le stelle

Perché Carolina Lucrezia Herschel

Quando la scrittrice Sara Cerri mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto scrivere la storia di un personaggio famoso per la nuova collana di libri per bambini e ragazzi I Gufi delle edizioni Il Villaggio Ribelle di cui lei è curatrice, ho risposto subito di sì.

Ci sono tanti personaggi, in particolare femminili, di cui mi piacerebbe raccontare a bambini e ragazzi e ho colto al volo l’occasione di dare voce a uno di questi.

La mia scelta è caduta su Carolina Lucrezia Herschel e, conseguentemente, su suo fratello William. Avevo letto qualcosa della biografia di questa astronoma perché sono molto interessata alla storia delle donne che si sono dedicate alla scienza, soprattutto nei tempi passati, quando queste discipline erano considerate inadatte alla mente femminile. Il fatto che non potessero studiare come i maschi, non potessero frequentare le università mi suscita sempre una grande rabbia. Forse adesso queste cose sembrano quasi inconcepibili (almeno nei paesi occidentali), però è bene ricordare che il diritto di voto alle donne è stato concesso, tranne pochissime eccezioni, solo nell’ultimo secolo e in Italia solo nel 1945.

Ma sto divagando…

Carolina Lucrezia cope

 

Torniamo alla storia dei fratelli astronomi

Volevo trovare un tono e un tipo di narrazione che fosse adatto a lettori molto giovani, che certo non poteva esaurirsi in un’esposizione di fatti e scoperte: pensando a un approccio adatto nella mia fantasia si è presentata Lucrezia, una bambina di quinta elementare che deve svolgere una ricerca su un personaggio storico che abbia il suo stesso nome e vorrebbe farla su una scienziata, ma non ne conosce alcuna. Una laureanda sua amica le suggerisce Carolina Lucrezia Herschel e inizia a parlarle di lei. Lucrezia si addormenta al suono della voce della studentessa e sogna proprio Carolina Lucrezia Herschel: la storia dei due fratelli astronomi e delle loro scoperte si snoda così attraverso un dialogo fra le due, la bambina pone domande alla scienziata che risponde, racconta e le mostra come osservare il cielo e le stelle con il telescopio.

 Carolina Lucrezia cope quarta

Suscitare curiosità

Il mio intento è stato molteplice: divertire e interessare i lettori e, possibilmente, destare curiosità, perché secondo me è questa la missione principale dei libri; devono narrare, fornire qualche risposta ma soprattutto suscitare curiosità e dare l’avvio a nuove ricerche e nuove letture. Leggere è un viaggio nella conoscenza e nella vita e ogni libro, anche piccolo, dovrebbe essere un passo di questo cammino.

Non esistono, per fortuna, libri che danno solo risposte o, peggio, tutte le risposte: se così fosse, una volta letto quel libro, non avremmo più niente da cercare! I libri migliori, secondo me, sono quelli che accendono nella mente domande su domande.

Lo so, non ho svelato molto sul mio racconto… spero comunque di aver suscitato un po’ di curiosità.

 

 

Pubblicato in: Interviste, Libri

Sara Cerri, Isadora Duncan

La prima intervista pubblicata in questo blog è a Sara Cerri, scrittrice viareggina che abita a Firenze e che ha al suo attivo diversi libri editi da importanti editori. Parliamo con lei del suo romanzo sulla vita di Isadora Duncan, la grande ballerina americana.copertina ISADORA DUNCAN

Chiedere perché hai scelto Isadora Duncan, soprattutto dopo aver letto il tuo romanzo, mi sembra inutile, ci sarebbe da chiedersi piuttosto perché non siano tanti gli scrittori e soprattutto le scrittrici che le hanno dedicato un loro lavoro. Ti domando piuttosto cosa ti ha colpita di più e perché di questa donna speciale, sulla quale ti sei documentata moltissimo.

È stato un inizio casuale. Giravo in rete, senza una meta, e mi è apparsa una sua fotografia, un portrait. Lei guarda nell’obiettivo: l’espressione del suo viso, lo sguardo diretto, le labbra, il naso dritto, tutto di lei sembra sfidare il mondo. Me ne sono innamorata. Come se avessi raccolto la sua sfida, perché raccontarla è stata una sfida difficile – forse è questa la ragione per cui non molti scrittori non l’hanno raccontata. Esistono pochi documenti che parlano di lei; tutta la sua danza, la sua vita, erano legate a lei stessa come personaggio in atto di viversi e non raccolte in documentazioni scritte.

Quanto ti riconosci in Isadora e in cosa vorresti essere come lei?

Isadora ha amato il mare e ogni decisione importante della sua vita è stata presa ascoltandone il suono. Questo è un tratto che mi accomuna a lei, io sono solita trascorrere molto tempo sulla spiaggia, anche con il mio blocco note a prendere appunti e a pensare al mio lavoro di scrittura. Lei è stata una donna molto tenace nella sua emotiva istintività. Ha saputo parlare di una danza che allora nessuno poteva immaginare, era visionaria, raccontava dei mondi lontani danzando, ma sapeva occuparsi anche di attualità del suo tempo. Odiava le regole scritte, odiava le scarpette e tutto ciò che poteva costringere i suoi passi. Applicare tutto questo alla scrittura non sarebbe meraviglioso? Beh, ho provato a danzare scrivendo la sua vita, un autentico ballo sentito che mi ha accompagnato nel tempo della stesura del mio libro.

La difficoltà maggiore che hai incontrato nello scrivere questo romanzo?

Sicuramente la reperibilità delle fonti storiche. Non è stato tanto difficile occuparmi dell’epoca – fine 1800/ 1900 – ma proprio dei movimenti di Isadora attraverso il suo tempo. Per fortuna ho potuto contare su aiuti inaspettati. Sempre in rete ho conosciuto Jeanne Bresciani, danzatrice duncaniana e conoscitrice del personaggio. Lei, a cui è dedicato il mio libro, mi ha gentilmente indicato biblioteche straniere dove avrei potuto trovare materiale interessante e così è stato.

L’aspetto più piacevole di scrivere questo romanzo?

La mia scrittura, all’inizio incerta e mano a mano che entravo nel personaggio che si sviluppava come tante onde, è stata una bellissima esperienza capace di farmi dimenticare le difficoltà iniziali.

C’è qualcosa riguardo al tuo romanzo che vorresti dire e che magari non ti ha ancora chiesto nessuno?

Quanto desidereresti una traduzione per il tuo romanzo? Moltissimo, credo che questa prova – la storia di Isadora raccontata attraverso una prima persona immersa – meriti di essere conosciuta anche all’estero, nei paesi che lei ha toccato, da persone che ancora oggi abbracciano le sue idee, la sua danza, la sua libertà del vivere.

Quale dei tuoi libri, escluso questo, senti più tuo, almeno in questo momento?

Un piccolo libro uscito da poco sempre per il gruppo editoriale David and Matthaus. Si tratta di Yeeeeeh, la storia di una ragazzina adolescente nell’inverno a cavallo tra 1967 e 1968. Le prime contestazioni, il dolore per gli abbandoni, i primi amori, le esperienze scolastiche. Credo che sia vero che il lavoro che si ama di più è l’ultimo uscito, quindi il più vicino a noi.

Un cenno sui tuoi progetti più immediati

Ho consegnato da pochissimi giorni un libro per bambini. L’argomento non è facile, ma forse ho trovato la voce giusta per dirlo e il come narrarlo. Di questo non vorrei anticipare nulla, sono in attesa di una risposta da parte del mio editore. Sto poi iniziando a scrivere una storia d’amore ambientata negli anni ’40, un racconto lungo per adulti, ma non mi separerò mai dal mio amore per i romanzi sull’adolescenza, stagione che amo e per la quale voglio scrivere ancora.