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Cadrà dolce la pioggia e altri racconti – Ray Bradbury

In questo piccolo libro, pubblicato con Il sole 24 ore, sono raccolti tre racconti (trad. Giorgio Monicelli che fanno parte di “Cronache marziane” (“The Martian Chronicles”). Ho trovato tutti e tre i racconti sostanzialmente tristi, forse malinconici; sono ambientati in un futuro in cui la Terra è diventata inabitabile e pochi sono (se ci sono) i Terrestri superstiti e l’accento è posto più su quello che manca, che è stato perduto che sugli aspetti fantascientifici propriamente intesi.

In “agosto 2026 Cadrà dolce la pioggia”vediamo una casa super tecnologica che provvede alle incombenze giornaliere anche se nessuno la abita più e che soccombe a causa dell’incendio provocato da una tempesta.

In “agosto 2026 I lunghi anni” leggiamo di una famiglia di terrestri che vive da anni su Marte, senza avere contatti con altre persone, che vivono in altre parti del pianeta o altrove nel Sistema Solare. Un giorno, finalmente, un razzo con un equipaggio di altri terrestri, proveniente dalla cerchia dei pianeti esterni, si posa vicino all’abitazione della famiglia, per portarli, se lo vogliono, insieme a loro sulla Terra per sapere, dopo oltre vent’anni, come stanno le cose. Dopo averli accolti nella sua casa però il capofamiglia muore e si capisce che la moglie e i figli (che non erano invecchiati come invece lui) sono dei robot, da lui costruiti, dopo la morte della vera famiglia.

In “ottobre 2026 La gita di un milione di anni” una famiglia di quattro persone giunge su Marte dalla Terra; i genitori hanno detto ai figli che si tratta di una “gita di pesca” ma lo scopo è quello di abitarvi, perché “La Terra non c’è più”.

La vita sulla Terra non s’è mai composta in qualcosa di veramente onesto e nobile.”

Le guerre, sempre più gigantesche, hanno finito per assassinare la Terra.”

I figli vogliono vedere i marziani e alla fine, sulle rive di un canale il padre glieli mostra: sono loro quattro, riflessi nell’acqua.

Complessivamente si avverte che la scrittura ha qualcosa di “vecchio”, ma a mio parere non stona; e, comunque, Bradbury offre delle immagini e delle frasi sempre molto poetiche.
Parecchio tempo fa avevo letto l’intera raccolta “Cronache marziane” (pubblicata per la prima volta nel 1950) e ricordo che mi aveva un po’ delusa, probabilmente immaginavo che fosse un romanzo e dal tono “più fantascientifico”. Rileggere questi racconti, invece, è stato piacevole, nonostante, come dicevo, la connotazione di tristezza.

Ray Bradbury è nato nel 1920 e morto nel 2012, “Cronache marziane” è stato pubblicato nel 1950.

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