(Titolo originale “Elogio de la sombra”, traduzione di Francesco Tentori Montalto; originale pubblicato nel 1969; prima edizione italiana del 1971, letta da me del 2008)
Leggendo questa raccolta di poesie e brevi prose del grande Borges ho trovato dei brani che mi interessa annotare. Eccone alcuni.
Il finale di Cambridge
Siamo il nostro ricordo,
siamo museo immaginario di mutevoli forme,
mucchio di specchi rotti.
All’inizio de L’etnografo
Il fatto… . Ha un solo protagonista, ma in qualsiasi storia i protagonisti sono migliaia, visibili e invisibili, vivi e morti.
Il finale di Le cose
… Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno più in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.
Il finale di I gauchos
Vissero il loro destino come in un sogno, senza sapere chi fossero o cosa fossero.
Forse accade la stessa cosa a noi.