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Almanacco: scrittrici e scrittori nati il 3 febbraio

Ada Negri

(1870 – 1945) , poetessa e scrittrice italiana.
Ricordi di scuola.

Gertrude Stein

(1874 – 1946, scrittrice e poetessa statunitense.
Di lei ho letto “Picasso“, anni fa.

Mino Milani

(1928), scrittore e fumettista italiano.
Di lui ho letto da bambina diversi romanzi con il cow-boy Tommy River come protagonista.

Paul Auster

(1947), scrittore e poeta statunitense.
Di lui ho letto vari romanzi. Quelli che mi sono piaciuti di più o che mi hanno colpita di più sono: “Nel paese delle ultime cose” e “Trilogia di New York“. Nel complesso è un autore che mi piace, anche se i suoi romanzi hanno tutti, qual più quale meno, una componente angosciante, per me.

Henning Mankell

(1948 – 2015), scrittore svedese.

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Di lui ho letto quasi tutti i romanzi che hanno come protagonista il commissario Wallander, una personaggio molto realistico, un uomo con le sue debolezze e i suoi conflitti interiori, ed anche altri che non appartengono a quella serie, fra cui “Scarpe italiane“. Come per altri autori del Nord Europa anche grazie a Mankell mi pare di avere una finestra sulla Svezia. Fra i suoi romanzi che ho letto anche “La mano” e “Piramide“.
A questo link una citazione dal romanzo “Prima del gelo”.

Gianni Biondillo

(1966), scrittore italiano.
Di lui ho letto vari romanzi, la maggior parte dei polizieschi con Ferraro come protagonista.

Becca Fitzpatrick

(1979), scrittrice statunitense.
Di lei ho letto la serie dei romanzi young adult che inizia con “Il bacio dell’angelo caduto“.

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HENNING MANKELL, PRIMA DEL GELO

Da qualche parte aveva letto di una radura che poteva essere trovata solo da chi si era perso. Era una metafora della vita umana. L’inaspettato attendeva chi aveva il coraggio di perdersi. Se si aveva il coraggio di imboccare le strade secondarie, si potevano vivere emozioni precluse a coloro che rimanevano sull’autostrada. Io vado alla ricerca dei sentieri dimenticati, pensò. Vie che attendono di essere ridestate da un sonno profondo. Le case disabitate vanno in rovina. È così anche per i sentieri. Le strade che non vengono usate muoiono.

(Pag. 73, pensieri di un personaggio che è “l’archeologia dei sentieri svedesi”.)