Una trentina di anni fa, forse anche qualcuno di più, un collega mi prestò un piccolo libro che trovai teneramente divertente e che mi feci comprare per conservarne anch’io una copia.
Si tratta di una raccolta di frasi da temi e pensierini (come si chiamavano una volta) di bambini delle elementari, raccolti da una maestra, diversi anni prima dell’uscita di Io speriamo che me la cavo.
Questo libro mi è tornato in mente in seguito alla diatriba cruscosa degli ultimi giorni e siccome poco fa, rimettendo a posto un paio di scaffali, me lo sono trovato fra le mani mi è piaciuta l’idea di condividere con chi capita sul blog qualche fiore di banco.
Come si sa i bambini sono sempre stati soliti scrivere sfondoni (come si chiamano dalle mie parti) e sempre lo saranno. Altrimenti non sarebbero bambini, no?
Nelle pozzanghere c’era una pianta d’olivo riflettata.
Sono una bambina chiacchierona: la mia lingua è ribellule.
Sfortunatamente la mia carabina si è rotta e non fa più quel ciocco insordibile.
Le mucche vaccinose non morivano mentre il vaiolo sì.
Il libro è del 1973, edito da Casa editrice Valentino Bompiani & C. S.p.A.
L’autrice è un’insegnante con “vent’anni di esperienza nelle scuole elementari” (dalla quarta di copertina).