Immagino che per gli amanti della fantascienza le mie parole suoneranno scontate, ma per chi come me, che ha iniziato a leggere qualche classico del genere solo da pochi anni, i romanzi di Isaac Asimov sono stati davvero delle bellissime scoperte.
In questi giorni ho letto la raccolta di racconti “Io, robot” e anche questa mi è piaciuta molto.
L’indice: 9 racconti
Robbie (1940)
Circolo vizioso (1942)
Essere razionale (1941)
Iniziativa personale (1944)
Bugiardo! (1941)
Il robot scomparso (1947)
Meccanismo di fuga (1945)
La prova (1946)
Conflitto evitabile (1950)
Le tre leggi della robotica
Chi non avesse mai letto niente di Asimov deve sapere che i suoi robot hanno un cervello molto evoluto che opera in modo molto simile a quello umano: un cervello positronico. Per evitare che i robot possano ribellarsi o che qualche persona possa spingerli a uccidere o danneggiare altri esseri umani, i cervelli positronici vengono costruiti in modo da avere insite delle regole che non possono assolutamente violare, le Tre leggi della robotica. Se un robot riceve un ordine la cui esecuzione viola una delle Tre leggi impazzisce e smette di funzionare.
1 Un robot non può recare danno agli esserei umani né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno.
2 Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che non contrastino con la Prima Legge
3 Un robot deve proteggere la propria esistenza, a meno che questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Manuale di Robotica, 56a edizione, 2058 d. C.
Giocare con la logica
Ad eccezione del primo racconto, “Robbie”, che non mi è piaciuto molto perché mi è sembrato poco fantascientifico e un po’ scontato, trovo che gli altri racconti siano delle geniali applicazioni di logica. Asimov ci presenta robot che si comportano in modo anomalo, pur continuando a rispettare le Tre leggi, in varie situazioni: uno si nasconde fra altri suoi simili, uno sviluppa uno strano senso dell’umorismo, uno racconta bugie… È solitamente la robopsicologa Susan Calvin a comprendere i motivi delle strane reazioni dei robot e a risolvere i problemi, con la sua conoscenza delle Tre leggi, delle loro implicazioni e dell’impatto che hanno sulla psiche dei cervelli positronici.
Susan Calvin è uno dei personaggi presenti in tutti i racconti (da giovane studentessa in “Robbie” a quasi settantenne in “Conflitto evitabile”). Gli altri personaggi che si ripetono sono tutti uomini della U. S. Robots and Mechanical Men Corporation (Lanning, Bogert, i due collaudatori Donovan e Powell), l’azienda detentrice del brevetto dei cervelli positronici. I vari racconti risultano così comporre quasi un romanzo in cui i robot positronici diventano via via sempre più perfezionati, pronti per essere i protagonisti del ciclo della Fondazione.
E non solo
Non mancano, poi, come per ogni geniale scrittore e intellettuale in genere, le intuizioni (che a me, comunque, stupiscono sempre), come, nel racconto “Conflitto inevitabile” una descrizione dei motivi delle guerre degli ultimi secoli in cui si legge: Nel XX secolo, Susan, iniziammo un nuovo ciclo di guerre che non so come potrei definire. Ideologiche? La passione religiosa applicata ai sistemi economici anziché alle speculazioni sul mondo divino? Le guerre apparvero “inevitabili”…
È vero che non è difficile immaginare il futuro, dato che la storia si ripete ciclicamente, comunque questa “passione religiosa” è di una precisione notevole.