Pubblicato in: I miei libri, Romance & rosa

La scommessa * nuova cover per l’ebook

Una nuova cover per questo romanzo in ebook, che parla, fra le altre cose, di tennis, come nel brano sotto riportato. Ma anche di spionaggio industriale e d’amore.

cover La scommessa 2018

 

Un custode del circolo sta annaffiando il campo, aspettiamo che finisca prima di entrare. La serata è tiepida e il cielo sereno, l’ideale per una partita.

«Da che parte preferisci stare?»

«È lo stesso. Tanto poi giriamo, no?»

Annuisce. Cominciamo a scambiare e cerco di non colpire bene: palla in rete, poi lunga. Mi permetto un bel rovescio, il mio colpo preferito.

«Complimenti!» dice Claudio.

«Fortuna» mento.

Dieci minuti di palleggio mi sembrano sufficienti e, anche se so che dovrò perdere, propongo: «Proviamo qualche servizio?»

«Come preferisci.»

Sembra distante, perfino distratto. Non capisco perché mi abbia invitata, forse si sta già annoiando: non gioca male, almeno a vedere questi suoi primi colpi, e probabilmente non si diverte con l’imbranata che sto interpretando.

Forse se fingessi di farmi male toglierei dall’imbarazzo lui ed eviterei un’ora sgradevole per me… ma sono sicura che si sentirebbe in dovere di essere premuroso, e questo sarebbe anche peggio. Del resto ho voglia di usare un altro po’ la racchetta e non mi va di inventare un trucco per smettere.

«Comincia tu» mi invita.

Annoiato o no, Claudio sembra proprio essersi imposto un comportamento da perfetto cavaliere e questo sta cominciando a stancarmi, ma di nuovo nascondo la mia irritazione: ringrazio e servo. Piano, naturalmente, e senza imprimere alla palla alcun effetto. Agevole per lui guadagnare il primo quindici con un bel lungo linea. Mi sforzo di continuare così, limitando l’energia e la precisione dei miei colpi, il mio senso per il tiro vincente. Ma è uno strazio. Ogni tanto mi concedo qualcosa, anche perché non intendo certo perdere sei a zero. Ho l’impressione che anche lui non si stia impegnando: cavallerescamente non vuole approfittare della debolezza dell’avversaria.

Avevo creduto che mi sarei divertita comunque, invece il tempo non passa mai, è trascorsa solo una quarantina di minuti. Non scambiamo molto, lascio che chiuda molti diritti, che sono la sua specialità, come ho notato: il punteggio è 4-0 per lui.

Mentre ci soffermiamo per bere, delle voci si avvicinano; mi sembra di riconoscerne alcune e ne ho la conferma quando un gruppetto di persone gira l’angolo e prende posto sulle due panche situate vicino alla rete che delimita il campo.

Non sono affatto contenta nel constatare che Giorgio e Melissa, con altri quattro che non conosco, sono venuti a vedere me e Claudio giocare. Anche sul viso del mio compagno passa un’ombra di disappunto, ma raggiunge lo stesso il gruppo e saluta tutti cordialmente. Mi costringo a imitarlo e, intanto, Giorgio gli spiega: «Quando ho detto ai ragazzi della squadra che avresti giocato con la nostra nuova collega hanno insistito per venire a vedervi. Quindi eccoci qua.»

Ostenta un’aria angelica in cui non credo per niente.

Mi odio. Perché non sono stata zitta l’altro giorno al bar?

Tornando a prendere posto in campo Claudio mi sussurra: «Mi spiace, spero che non ti dia fastidio la loro presenza.»

Altro che fastidio. Sono troppo infuriata, più che altro con me stessa, per rispondergli e mi limito a un gesto della mano che dovrebbe significare “ma figurati”. So che sono scortese, ma non riesco a fare di meglio.

Riprendiamo la partita, sta a me servire. Il mio braccio sfugge al controllo della mia volontà e la mia battuta forte e angolata mette in difficoltà Claudio: la sua risposta è corta e mi guadagno il quindici con uno dei miei rovesci. Dalle panchine applaudono.

La mia rabbia è alle stelle, il mio proposito di tenere un basso profilo e non farmi notare è decisamente fallito. Quando sono in vantaggio 40-0 mi ricordo che mi ero ripromessa di giocare male e, sforzandomi, faccio un doppio fallo, poi lascio che un diritto, discreto ma non imprendibile, mi passi accanto e infine sotterro una volée in rete.

Quaranta pari, mi complimento con me stessa per il mio autocontrollo. Peccato che proprio in questo momento Melissa dica a Giorgio, piano ma non abbastanza che io non possa sentirla: «Vedi, non sa giocare, nei primi quindici è stata solo fortunata.»

Va bene così, mi ripeto, questa è l’impressione che volevo dare. Lottando contro me stessa regalo a Claudio un altro doppio fallo, dandogli il vantaggio. Quanto mi costa perdere così, senza combattere davvero: se l’avessi immaginato non avrei accettato l’invito. Al mio orecchio arriva un’altra osservazione, di una delle due colleghe della squadra di tennis: «Non ha nessuna visione del gioco, continua a servire sul diritto di Claudio, non ha capito che è il suo fondamentale migliore.»

Cavolo, certo che l’ho capito, ho capito anche molto altro. Non ce la faccio più e servo in modo impeccabile. Siamo di nuovo pari. La voce dentro di me che insiste affinché continui a giocare male si fa sempre più fievole, la presenza degli spettatori ha reso la mia recita una tortura. Inoltre sono sicura che Claudio non stia colpendo al suo meglio perché sono una donna ed è un’altra cosa che non sopporto.

Insomma, sto per scoppiare.

Dopo i successivi palleggi ottengo il vantaggio, che, poco dopo, diventa punto. 4-1 per Claudio.

Il suo primo servizio è ridicolo e lo punisco con un lungo linea di diritto, so tirarli bene anch’io. Imprendibile. Qualcuno nel gruppo sussurra “Che culo” e questo mi dà altra carica.

Stavolta Claudio colpisce la palla con più energia, mandandola verso l’esterno, sul mio rovescio; forse pensa di mettermi in difficoltà dato che per la maggior parte delle persone il rovescio è il colpo più debole, ma è lui ad esserlo, la mia risposta lo sorprende e si salva per un pelo, con un tiro corto che mi offre l’estro per una demi volée vincente.

«Brava!» esclama. Sportivo, il mio avversario. Rigido e antipatico ma sportivo.

Proseguiamo e alla fine il punto è mio. In platea c’è brusio, ma non riesco a udire nemmeno una parola e non mi importa più cosa dicono.

Di nuovo servo al mio meglio; anche i colpi di Claudio sono più pesanti e incisivi, avevo ragione, finora era stato cavalleresco: ora non ha più motivo di esserlo e poi non vorrà perdere davanti ai colleghi. Dopo alcuni quindici lottati recupero i due punti di svantaggio: siamo pari, 4-4.

Adesso giochiamo a ritmo sostenuto, finalmente questo è tennis. Al cambio di campo, sul 5-4 per lui, Claudio mi indirizza uno sguardo strano, di sfida ma non solo, non riesco a decifrarlo. Il mio cambiamento di gioco forse lo ha indispettito e non si sente più in dovere di essere cavaliere. Pazienza se se l’è presa. Non è cosa di cui mi importi, mi interessa solo colpire la palla e rimandarla di là dalla rete, nel modo e nel punto che la rendano difficile da raggiungere. So che mi sto comportando da idiota perché così non passo certo inosservata. Ma mi sono lasciata coinvolgere nella partita e ormai non posso che continuare. Oltre tutto Claudio è davvero bravo, un avversario di tutto rispetto, e misurarmi con lui è stimolante.

 

 

Pubblicato in: Scrittura

Scrivendo #1

In questi giorni sto finendo di revisionare un romanzo e cerco di concentrare il mio tempo e le mie energie mentali su quello. Quindi può darsi, anzi è probabile, che diminuiscano, temporaneamente, gli articoli sul blog (di solito la mia media è di uno al giorno, raramente di più).

Ancora non ho deciso il titolo del romanzo e non ho trovato neppure la cover. Sto studiando per entrambi.

Conto di pubblicarlo, come ebook, entro la fine dell’anno, magari entro Novembre.

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Pubblicato in: Riflessioni, Scrittura

Come (non) promuovere un ebook self #2

Mi sembra che, con riferimento al primo post di questa serie, sia doverosa una precisazione: i motivi che mi hanno indotta a tenere un blog, tre anni fa, sono stati molteplici, e uno, certo, era la remota speranza di fare un’indiretta pubblicità ai libri che ho scritto. Ma non era certo il solo: mi piace annotare certi fatti che colpiscono la mia attenzione, le mie impressioni di lettura, avere degli scambi con altri lettori e non solo. Altrimenti non dedicherei al blog parte del mio scarso “tempo libero”.

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Riprendo adesso le mie considerazioni sulle strategie.

Consiglio numero 2 – uso dei social: partecipare alle discussioni nei gruppi che trattano di libri

Uno dei problemi sta nel fatto che la maggior parte dei membri di questo tipo di gruppi sono scrittori. Ciò non toglie, certo, che siano anche lettori (almeno si spera) ma il doppio ruolo limita molto, a mio parere, la possibilità di essere letti. Resta comunque un modo per intrecciare rapporti e confronti interessanti sulla scrittura e sui libri (e non solo).

In alcuni gruppi Facebook si svolgono varie attività, solitamente a cura degli amministratori, volte a far conoscere gli autori e i loro libri, come gare di cover, interviste (domande e risposte sono effettuate tramite i post e i commenti), discussioni su un certo ebook, giveaway. Anche in questi casi la partecipazione delle persone non direttamente interessate è scarsa e, di conseguenza, scarso l’interesse che l’attività può suscitare.

Che il tempo sia poco è, direi, un dato di fatto mentre per interagire in modo (forse) fruttuoso sui social ne occorrerebbe parecchio.

Esperienza personale: tramite l’interazione in alcuni gruppi ho conosciuto virtualmente diverse persone con cui ho scambi proficui di impressioni ed esperienze sia sulla scrittura che su altri argomenti; ho letto ebook di diversi colleghi e molti di questi sono a mio parere dei testi davvero buoni, sia in termini di linguaggio, stile, correttezza che di trame. Con alcune di queste persone è nata anche una collaborazione in vista della pubblicazione degli ebook, sia per le copertine che per le reciproche letture come “beta reader”.

Per quanto riguarda l’effetto promozione credo che partecipare a certi gruppi sia uno dei “canali” che mi ha consentito/mi consente di farmi conoscere (sia pure da poche persone) come autrice e, quindi, di vendere qualche copia.

C’è da sottolineare però che la partecipazione ai gruppi di discussione, come il blog, richiede impegno di tempo. Riesco a partecipare saltuariamente solo a qualche gruppo. Non so se una maggior partecipazione potrebbe portare ulteriori vendite, ma ritengo anche che non abbia senso fare una cosa solo nella speranza di “vendere”. Quindi se/quando interagisco è perché ho trovato un argomento su cui mi interessa “fare due chiacchiere”.

Qualche volta ho partecipato anche a iniziative del genere intervista, discussioni su ebook, giveaway e ho avuto modo di conoscere qualche altra autrice interessante, di cui ho letto e apprezzato gli ebook (e viceversa).

Sarà sul rapporto social-promozione anche il prossimo post della serie, scriverò di eventi, spam, post accattivanti o polemici.

Le vostre esperienze di social e gruppi sono positive? Avete partecipato a iniziative diverse da quelle che ho descritto?

 

Pubblicato in: I miei libri, Libri

PROGETTI #1 – Aggiornamento sul romanzo

Il momento della pubblicazione del mio romanzo come ebook Kindle su Amazon si avvicina. Manca solo l’ultima revisione e gli ultimi commenti dei beta.

Il titolo è deciso: sarà “La grande menzogna”.

Ed è stata realizzata anche la cover definitiva, da Manuela Paric’.

cover La grande menzogna

Ho creato un evento su Facebook al quale è possibile partecipare per leggere alcuni estratti del romanzo ed altre informazioni che vi pubblico via via: La grande menzogna.


Pubblicato in: I miei libri, Libri

Il prossimo best seller – la nuova cover

Di nuovo due righe su questo mio romanzo breve (o racconto lungo se vi piace di più), dal tono ironico (molto) e giallo (un po’), in occasione della nuova copertina dell’ebook, disegnata da Manuela Paric, che ringrazio molto.

Il prossimo best seller - cover

Il prossimo best seller” racconta le avventure di Martin, uno scrittore che trova l’ispirazione per i suoi libri negli oggetti contenuti in una valigia. Peccato che l’oggetto che lo “chiama” questa volta lo farà finire in un sacco di guai…

La vicenda di Martin consente di dare uno sguardo ironico alla scrittura e all’aspirazione al successo ma penso che possa offrire anche lo spunti per riflettere, volendo, sui vari temi trattati.