(titolo originale Effekten af Susan– trad. Bruno Berni – pubblicato nel 2016)
Un romanzo strano, insolito, come del resto anche gli altri di questo scrittore che ho letto (Il senso di Smilla per la neve, La bambina silenziosa, i Racconti notturni).
Susan, la protagonista, racconta in prima persona al presente gli avvenimenti, intervallandoli a momenti del suo passato: in qeusto modo riusciamo a conoscere abbastanza bene lei e la sua famiglia. Lei e il marito Laban possiedono una sorta di potere, che chiamano effetto: quando parlano con una persona questa prova la necessità e il desiderio di confidarsi con loro. Susan e Laban hanno due figli gemelli, un maschio e una femmina, Harald e Thit.
Durante un viaggio in India i quattro finiscono nei guai ma un funzionario danese riesce a farli uscire di prigione e a riportarli in patria, in Danimarca. Però chiede loro, in particolare a Susan, di scoprire informazioni su una misteriosa Commissione per il Futuro, compito che si rivela pericoloso e complicato.
La trama, soprattutto il finale, non mi sono sembrati particolarmente originali, ma ho apprezzato molto la scrittura (come testimoniano le citazioni che via via ho trascritto sul blog) e i personaggi, prima fra tutti la protagonista. Susan è una donna decisa, dalle molte risorse, una scienziata che si occupa di fisica quantistica, compatriota di Bohr. Non si lascia convincere dalle mezze spiegazioni che le vengono fornite durante la sua ricerca, ma non riesce a impedire una serie di omicidi, legati alla Commissione per il futuro.
Anche i gemelli sono personaggi interessanti, ciascuno dei due ha una sua peculiarità e, benché abbiano solo sedici anni, parlano e si comportano come adulti.
Insomma, un romanzo interessante anche se come vicenda mi ha lasciata un po’ perplessa. Susan e la sua famiglia sono però personaggi che, penso, ricorderò.