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Elogio dell’ombra – Jorge Luis Borges * citazioni

(Titolo originale “Elogio de la sombra”, traduzione di Francesco Tentori Montalto; originale pubblicato nel 1969; prima edizione italiana del 1971, letta da me del 2008)

Leggendo questa raccolta di poesie e brevi prose del grande Borges ho trovato dei brani che mi interessa annotare. Eccone alcuni.

Il finale di Cambridge

Siamo il nostro ricordo,
siamo museo immaginario di mutevoli forme,
mucchio di specchi rotti.

All’inizio de L’etnografo

Il fatto… . Ha un solo protagonista, ma in qualsiasi storia i protagonisti sono migliaia, visibili e invisibili, vivi e morti.

Il finale di Le cose

Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno più in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.

Il finale di I gauchos

Vissero il loro destino come in un sogno, senza sapere chi fossero o cosa fossero.
Forse accade la stessa cosa a noi.

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Il mondo sommerso – J. G. Ballard * citazioni #2

(titolo originale The Drowned World, 1962; letto nell’edizione 2005, trad. Stefano Massaron * James Graham Ballard (Shanghai 1930 – Shepperton 2009))cover Mondo sommerso Ballard

Riporto altre due citazioni da questo romanzo, stavolta perché mi piacciono come espressioni, per le immagini che evocano, anche a prescindere dal contesto. Non so come siano questi periodi nel testo originale, ma la traduzione, a mio parere, è comunque bella.


 

Persino gli uomini che nuotavano poco sotto la superficie subivano la metamorfosi imposta dall’acqua: i loro corpi fluttuanti venivano trasformati in chimere baluginanti, simili a pulsanti esplosioni di pensiero in una giungla neuronica.


Tutt’intorno a lui, i residui dei sogni si distendevano sotto la superficie della realtà come spiagge senza fine.


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L’effetto Susan – Peter Høeg * citazione #4

(titolo originale Effekten af Susan– trad. Bruno Berni – pubblicato nel 2016)

So che estrapolare un brano da suo contesto può alterarne e perfino stravolgerne il significato. Ma corro lo stesso il rischio, perché quanto sto per riportare mi sembra che si adatti a qualunque paese.
È Susan, a parlare, rivolta al marito, Laban, un musicista.

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«Siamo immersi in una specie di musica d’ambiente, Laban. E non è solo qui, è ovunque in questo paese, l’ho sempre sentita. È una canzonetta che dice che tutto va bene, che possiamo prendercela con calma, che i nostri bisogni sono soddisfatti. Qualcuno si occupa del nostro benessere, le meraviglie non hanno fine, dobbiamo solo rilassarci e goderci la vita. È un canto di sirena. Deve farci dimenticare che viviamo in una finestra temporale molto breve. Deve farci dimenticare una fame più profonda. Ma con me non funziona, Laban. Io ho sempre fame.»


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La preda – Irène Némirovsky * citazioni

(titolo originale La proie– trad. Laura Frausin Guarino)

Ho iniziato a leggere questo romanzo e in breve sono già a metà. È davvero ben scritto. Ho trovato un paio di brani sulla gioventù che mi va di annotare e condividere.

È raro che si sappia assaporare la felicità in gioventù, e quella felicità neanche la si pretende, come se si sentisse che essere giovani e per giunta felici è chiedere troppo a Dio, ma quel silenzioso incanto era l’immagine più vicina alla felicità che era dato loro di conoscere.

Perché la giovinezza è un vino pregiato che di solito si beve in un bicchiere da due soldi.

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Le parole la notte – Francesco Biamonti – citazioni

Ho iniziato a leggere questo libro perché incuriosita dalle parole di Larsson in Raccontare il mare.
Trascrivo intanto un paio di frasi che mi hanno colpita, nel primo caso sono due battute di un dialogo (il secondo che parla è Leonardo, il protagonista. Nel secondo caso si tratta di un pensiero, sempre di Leonardo.)

«… Ma come passi adesso le giornate?»
«Sono loro che passano. Quasi non me ne accorgo.»

Il tono è malinconico, non ironico anche se estrapolato dal contesto potrebbe sembrarlo.

Pensava che il male ognuno lo cercava dove gli piaceva trovarlo.

Questa frase mi sembra particolarmente attuale. Ovvero, è sempre attuale.

 

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Cecità, José Saramago

Cecità” è uno dei primi libri che ho letto di Saramago e resta uno dei miei preferiti, sia fra i suoi che fra tutti quelli che ho letto. Qui sotto un paio di citazioni che a suo tempo mi avevano colpita e che sono nello stile più caratteristico dello scrittore .

Non essendoci testimoni, e se ci sono stati non risulta siano stati interpellati per riferirci com’è andata, è comprensibile che qualcuno domandi come sia stato possibile sapere che le cose sono andate così e non altrimenti, la risposta da dare è che tutti i racconti sono come quelli della creazione dell’universo, nessuno c’era, nessuno vi ha assistito, ma tutti sanno cos’è accaduto.

(pag. 254, ed. Einaudi 1996)

il sorriso, era già così ai tempi non molto lontani in cui la donna era una giovincella, parola in disuso, quando il futuro era una carta coperta e la curiosità di scoprirla doveva ancora nascere.

(pag. 24, c.s.)