Mi hanno detto che agli editori non piace pubblicare romanzi con scrittori come protagonisti.
Io, invece, li leggo volentieri. E ne scrivo anche.
Perché mi piace leggerli? Credo che sia perché spesso nella storia c’è un’ulteriore storia, che è quella che sta scrivendo, vorrebbe scrivere o ha scritto lo scrittore protagonista. Non sempre è così, talvolta il fatto che il personaggio sia un autore non ha lo scopo di puntare i riflettori sulla scrittura e la storia si svolge seguendo altre vie.
Perché ho scritto romanzi e racconti su scrittori e scrittrici? In questo caso la risposta è più difficile. L’idea per una storia, sia essa breve o lunga, nasce di solito all’improvviso, dal nulla o da una parola o frase udita, da un’immagine vista, da un’altra storia o fatto accaduto. Non tutte le idee che vengono accolte nella mia mente diventano storie. Vuoi per il tempo che manca, vuoi perché non le sento abbastanza per costruirci intorno un racconto.
Così, il fatto che abbia pubblicato due romanzi e diversi racconti su scrittori e scrittura dipende in primo luogo dal caso, o, più facilmente, dal mio subconscio che dapprima mi suggerisce uno spunto e poi la spinta per svilupparlo. In sintesi, intendo dire, che non ho scelto a priori di scrivere di scrittori, ma fra i personaggi che ho accolto e di cui ho narrato le storie, diversi erano scrittori.
Fra i romanzi che trattano di scrittori o scrittura ho letto:
“La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker
“La pazza di casa” di Rosa Montero
“L’arte di correre” di Murakami Haruki
“L’informazione” di Martin Amis
“Il ghost writer” di Robert Harris
“Notizie sull’autore” di John Colapinto.
I miei romanzi sull’argomento sono “Lo scrittore e la valigia delle illusioni” e “La grande menzogna”.
E voi, conoscete altri romanzi su scrittori? Vi va di aggiungerli alla mia lista?