Pubblicato in: Riflessioni, Scrittura

Letture e recensioni, una modalità di lettura social

Recensire un libro dopo averlo letto: perché?

Fino a poco tempo fa non mi era mai interessato commentare in rete un testo che avevo letto, anche se talvolta ho scorso le opinioni altrui; da parte mia non vedevo il motivo di condividere la mia opinione.

Da quando mi sono affacciata al mondo del self publishing la mia posizione in merito è cambiata: un autore self di solito non riceve (almeno non per i primi tempi e, spesso, mai) l’attenzione di riviste e giornalisti che possono dargli visibilità e fare pubblicità alle sue opere. Di conseguenza le “recensioni” che i suoi lettori pubblicano sono una delle principali possibilità di farsi notare e quindi averne o non averne assume una certa importanza.

È ovvio che le recensioni non sono il solo biglietto per una maggiore diffusione, ma sono indubbiamente utili.

Positive e negative

Così quando leggo un ebook (perché solitamente di ebook si tratta) che mi è piaciuto lascio il mio commento, cercando di spiegare perché lo considero un buon testo e quali sono i punti di forze ed, eventualmente, quelli di debolezza. Se è possibile contatto in privato l’autore per indicargli, se ve ne sono, eventuali refusi e altre osservazioni che non ritengo sia il caso di evidenziare in pubblico perché comunque non sono tali da inficiare la qualità complessiva.

Quando un ebook non mi piace evito di scrivere una recensione negativa. Forse sbaglio, ma proprio non mi va. Non ci trovo nulla di utile nell’esporre, in mezza pagina al massimo, il motivo per cui secondo me un testo non è buono, mi sembra solo un modo per scoraggiare un aspirante scrittore. In realtà, forse, sarebbe doveroso far presente, con garbo, che un testo è invaso da refusi o errori tipografici (come per esempio uno spazio fra la parola e la virgola: “casa , eccetera”): un autore dovrebbe controllare bene almeno questi aspetti prima di pubblicare e se non l’ha fatto andrebbe invitato a rimediare.

Se quello che non funziona è la storia trovo che sia ancora più difficile spiegarlo in poche parole e poi un lettore non è un editor né un correttore di bozze, non è suo compito offrire suggerimenti; certo però non ha senso, e forse non è nemmeno tanto educato, commentare con frasi del tipo “questo racconto non sa di niente” o, peggio, “è illeggibile, non sono riuscita ad andare oltre pagina 10”. Mi capita, certo, di iniziare un ebook e non proseguire la lettura: con tanti libri da leggere non mi va di spendere il mio tempo per qualcosa che sento non mi darà niente. Però evito di dirlo pubblicamente.

Libri ed ebook in regalo

Spesso approfitto delle “promozioni gratis”, ovvero della possibilità di scaricare ebook di autori self a costo zero, e anche questo mi sembra un altro motivo per dare un feedback: se qualcuno mi regala un suo libro, anzi se mi offre la possibilità di averlo e quindi sono io che scelgo di prenderlo, ritengo che sia quasi doveroso da parte mia leggerlo e fargli sapere cosa ne penso, almeno se no penso bene.

Quando ho pubblicato i miei primi due libri li ho regalati ad alcune persone ed è stato frustrante avere un riscontro solo da un paio di loro. Ovviamente ho smesso di regalare i miei libri, però, sapendo cosa si prova nel vedere ignorato il frutto delle proprie fatiche, cerco di non fare altrettanto, certo limitatamente alle mie possibilità di letture, ovvero a quanto tempo riesco a dedicare alla lettura.

Oggettività e soggettività

Un altro fattore che mi può trattenere dal pubblicare un commento su un libro riguarda la storia in sé. Ci sono casi, come ho scritto sopra, in cui è chiaro che la storia non funziona. In altri casi invece nella storia c’è qualcosa che non mi convince ma non riesco a capire cosa sia. Forse non ho feeling con i protagonisti, forse le vicende mi sembrano un po’ forzate o inverosimili (per il contesto della narrazione, ovviamente, non in assoluto), forse gli eventi si succedono troppo lentamente o troppo velocemente o in modo quasi casuale: insomma, la storia ha qualcosa che non va ma non so spiegarmi cosa: è ovvio che non sarebbe di nessuna utilità se rendessi pubblici i miei dubbi, così mi astengo.

In realtà penso che la sensibilità di ciascuno sia rilevante nell’esprimere un’opinione su un libro (come su qualunque altra cosa): in modo oggettivo si può riconoscere che un testo è scritto in ottimo italiano e senza refusi ed errori di alcun genere, ma quanto alla trama e ai personaggi l’aspetto soggettivo di ogni lettore gioca un ruolo fondamentale, per quanto possa sforzarsi di non farsi influenzare dal gusto personale.

Anche per questo ho parlato più spesso di opinione piuttosto che di “recensione” e quando ho usato questo termine l’ho messo fra virgolette.

Lettura social

Trovo che il self publishing abbia accentuato la modalità di “lettura social”, cioè la lettura e la conseguente condivisione dell’opinione sullo “store” da cui si è scaricato l’ebook.

A contorno di questo c’è poi il fiorire di gruppi di autori e lettori su Facebook e su altri social network, in cui è possibile trovare degli spazi per scambi di idee e consigli anche proficui e comunque per condividere la passione per la scrittura e quella per la lettura.


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